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DISINFORMAZIONE Il telefonino suona? La Siae vuole una tassa? Ecco come è andata – Bufale.net


Alcune testate giornalistiche tra cui LiberoQuotidiano hanno diffuso la storia secondo la quale la SIAE avrebbe imposto una multa per la suoneria di un cellulare. Ecco l’articolo del 25 febbraio 2016:

Occhio alla musichetta della suoneria del cellulare. Rischi una multa. Non si può scaricare musica a piacere per il diritto d’autore è tutelato dalla Saie e se vi becca un inspettore sono guai. Soprattutto se avete la sfortuna che il cellulare squilla in un luogho pubblico. Ieri un funzionario della società che tutela i diritti d’autore sono entrati in un negozio di parrucchiere di Fiorano, in provincia di Modena e hanno multato i proprietari del negozio  Giuseppe Laiso e sua moglie Anna Dinota. Il motivo? Come scrive Il Giorno è la suoneria del cellulare – una musica dance spagnoleggiante – che ha cominiciato a squillare. “Chi diffonde musica in un locale pubblico deve pagare“, è stata la sentenza dell’ ispettore davanti ai titolari e ad alcuni clienti allibiti. I proprietari hanno cercato di protestare senza successo perché l’ispettore ha compilato un verbale in cui ha scritto anche il titolo della canzone impropriamente usata: “Love to love you baby” di Donna Summer, che non corrisponde al jingle della telefonino. Mistero. I due proprietari del negozio devono pagare una multa di 170 euro di abbonamento alla Siae più il 30% di penale.

Il problema, in realtà, riguardava il fatto che la musica trasmessa dal cellulare veniva diffusa nel locale attraverso un impianto di amplificazione. La SIAE pubblica successivamente sul suo sito una doverosa precisazione:

Gli articoli di stampa, ampiamente ripresi dai social network, secondo i quali SIAE avrebbe multato un barbiere di Fiorano a causa di un telefonino che squillava riportano una notizia falsa e altamente lesiva dell’immagine della Società Italiana degli Autori ed editori. Società che – vale sempre la pena di ricordarlo – tutela il diritto del lavoro di circa 80mila iscritti.
Che cosa è successo davvero nella barberia del Sig. Laiso e della sua consorte, Sig.ra Dinota? E’ successo che un accertatore SIAE (ex sottoufficiale dei carabinieri) ha riscontrato la presenza di un impianto di amplificazione che diffondeva nel locale musica tutelata. C’era sì un telefonino, dunque, ma collegato con casse. Nessuno multerebbe una suoneria, tantomeno SIAE. La notizia – ma sarebbe più calzante definirla bufala – è talmente assurda che si commenta da sola. E spiace rilevare come tanta stampa seria l’abbia ripresa senza verificare come siano andati davvero i fatti.
[…]
Concludiamo offrendo una rapida suggestione in cifre. Per mettersi in regola col diritto d’autore, la barberia di Fiorano avrebbe dovuto pagare un abbonamento annuale di 71 euro (IVA compresa). Vale a dire 20 centesimi al giorno.

La multa e la tassa non riguardano affatto il cellulare, ma il fatto che la musica viene amplificata all’interno di un locale. Infatti, esiste da tempo la questione legata alla tassa per il diritto d’autore per musica di sottofondo nei negozi, non è affatto una novità. Online è presente il PDF con il tariffario a seconda dei metri quadrati del locale in cui si vuole diffondere la musica di sottofondo:

Ricordatevi, se avete un negozio e volete diffondere dell’audio musicale non dimenticatevi, per quanto possa essere spiacevole, di pagare la tassa ed evitare brutte sorprese.

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