Ci segnalano un’immagine postata il 6 Dicembre 2016 sulla pagina Facebook Italiani Veri:
Vorremmo tanto parlarvi di demodè, ma viviamo nella convinzione che questo genere di contenuti non avrà modo di cadere nel dimenticatoio, mai. È sufficiente scovare un’immagine dal web, personalizzarla con una scritta gentista e postarla sulla propria pagina Facebook. Il risultato sono più di 3000 condivisioni e una pioggia di commenti come “basterebbe innestare la prima”, “Una bella ripassata di manganellate fino a fargli uscire il cervello dalle orecchie e poi rispedirli al loro paesello”, “altro che fargli bloccare le strade, io gli salirei addosso con l’auto” e via discorrendo. La formula rispecchia l’accostamento stranieri=migranti=pretese=disordini e ciò, all’utenza media, piace. Si ha fame d’odio e questi post ne distribuiscono a volontà.
Perché vi diciamo questo?
L’immagine non rappresenta la protesta di migranti che bloccano le strade per un ritardo dell’arrivo delle sigarette. Lo scatto è stato preso dall’Ansa. Ci troviamo a Nuxis, nella regione sarda del Sulcis, e ciò che vediamo è un gruppo di quaranta profughi che erano ospiti nella struttura di accoglienza di Narcao (Carbonia Iglesias). Come riporta l’Ansa, il 14 Ottobre 2015 i profughi si erano allontanati dalla struttura per avviarsi verso Cagliari e lì richiedere di lasciare la Sardegna per raggiungere altre regioni europee. Sulla Statale 293, a Nuxis, avevano bloccato il traffico. In tarda mattinata le forze dell’ordine hanno riportato la quiete e hanno così convinto i profughi a fare rientro presso la struttura di Narcao.
Alla base della loro protesta ci sarebbero state questioni alimentari: «solo riso, pane e banane e quasi mai carne». Le loro lamentele sono state poi segnalate alla Prefettura.
Della stessa notizia hanno parlato La Gazzetta di Parma e Sardegna TV.
Qual è lo scopo dell’immagine postata su Facebook? Oltre a suscitare indignazione, l’intenzione è far passare un messaggio secondo il quale i migranti sono dei viziosi che bloccano una strada per le sigarette, anziché per il cibo. Alla base della disinformazione c’è la leva sul vizio, sul luogo comune e sulla compulsività dei più assidui utenti dal click facile.
C’è di più: si rende attuale un episodio superato e datato, perché di distrarre la già distratta utenza di questo genere di pagine è sempre tempo.
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