Precisazioni

Coronavirus, nei supermercati vietato l’acquisto di quaderni, pennarelli e biancheria: “Non sono beni di prima necessità”

I nostri contatti ci segnalano un caso esploso all’Esselunga di Milano riportato da un articolo pubblicato su Repubblica. Si parla anche del reparto biancheria intima del Carrefour e sempre dei prodotti da cancelleria esposti all’Eurospin. Secondo i cartelli comparsi nei supermercati citati tali prodotti non sarebbero vendibili in quanto non rappresenterebbero beni di prima necessità.

La denuncia si è mossa via social da tantissimi utenti tanto da diventare un caso, e per questo si è rivelata necessaria la risposta di Federdistribuzione. Come riporta Giornalettismo tale disposizione riguarda solamente il sabato e la domenica, giorni che si registrano sempre come di maggiore afflusso. La redazione, infatti, si è messa in contatto con Federdistribuzione per avere e fare chiarezza. In poche parole, per garantire al meglio un flusso continuo e meglio distribuito di avventori, certi reparti nel weekend restano chiusi per evitare che gli acquirenti si soffermino maggiormente durante la spesa.

Giornalettismo riporta:

Si fa riferimento, infatti, a una circolare del Viminale relativa proprio alla vendita di questi prodotti non di stretta necessità all’interno delle catene distributive. Nella serata di sabato scorso, il Ministero dell’Interno ha emanato una nuova circolare con cui ha rivisto le proprie precedenti direttive, prescrivendo la chiusura prefestiva e festiva per i negozi non food e limitando la vendita dei negozi food ai soli generi alimentari (oltre a prodotti farmaceutici e parafarmaceutici). Tale limitazione vale solo per il sabato e la domenica. Negli altri giorni della settimana vale quanto previsto nel DPCM 11 marzo 2020, in cui sono riportate le diverse attività che possono restare aperte.

Federdistribuzione aggiunge:

I divieti previsti dal Ministero dell’Interno per le giornate prefestive e festive – hanno spiegato sempre da Federdistribuzione – mirano probabilmente a ridurre le possibilità di spostamento delle persone in queste giornate, limitando al minimo i prodotti acquistabili e quindi il tempo di permanenza nel negozio. Questo crea certamente un disservizio per le persone, che si trovano costrette a tornare nuovamente nel negozio nella settimana, per gli acquisti che non ha potuto fare nel fine settimana. In questa fase però le limitazioni sulle vendite non hanno ricadute solo per i consumatori ma anche per l’intero indotto (in particolare i settori dei prodotti freschi e freschissimi).

In poche parole questa misura, che non trova applicazione sull’intero territorio nazionale, è valida solamente per le giornate di sabato e domenica e serve a ridurre al minimo la permanenza dei consumatori all’interno del negozio. Negli altri giorni della settimana, invece, restano valide le disposizioni del DPCM firmato l’11 marzo.

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