Si butta sulla piazza ItaliaDiretta, con la sua Tassa sulla Pizza:
Ecco la nuova tassa per le pizzerie presentata dal Governo.
Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, con il Decreto Ministeriale 62 del 17 Febbraio 2017 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ha presentato la “Tassa sulla Pizza“, una nuova imposta che colpirà le pizzerie che andranno a pagare “solo” 1 euro per ogni pizza sfornata. La tassa servirà a pagare i danni della Guerra d’Etiopia del 1935 ed è stata espressamente chiesta dalla Comunità Europea che ha fatto “pressioni” sul Governo Gentiloni. Per il Presidente del Consiglio la tassa è solo un “piccolo contributo”, ma l’associazione nazionale Pizzaioli è già sul piede di guerra avendo già minacciato scioperi e manifestazioni. Una nuova tassa, dunque, per i pizzaioli che, come tutte le Partite Iva, sono già i più tassati d’Europa. Si attende, quindi, la risposta del Tar che dovrà valutare il ricorso presentato dai sindacati dei lavoratori ed emettere un parere prima del 25 Giugno 2017, nel frattempo i pizzaioli sono in stato di agitazione avendo già programmato le prime proteste a Roma davanti al Parlamento.
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C’è il Presidente del Consiglio Gentiloni, c’è un rimando ad una norma inventata posta sulla Gazzetta Ufficiale, confidando che il lettore disattento non decida di riscontrarla davvero, o, non trovando la norma, incolpi la sua poca dimestichezza con lo strumento. C’è la pizza, alimento simbolo del Popolo Italiano, ingiustamente colpita da un provvedimento, unitamente ai pizzaioli, descritti come parte del Popolo delle Partite IVA e per l’effetto tra le vittime predestinate. Ci sono i sindacati, nel testo descritti come pronti ad una mobilitazione pari alla recente mobilitazione dei tassisti, quindi col richiamo alla cronaca che attira sempre i likes, e c’è la Guerra di Etiopia, atta a solleticare sia le corde di uno strisciante razzismo che a ricordare l’annosa questione delle accise sulla benzina, asseritamente cresciute lungo la storia Italiana durante taluni eventi (ma con qualche differenza rispetto a quanto descritto nel passaparola comune). Il tutto coronato dal jolly “Lo vuole l’Europa”, con l’Unione Europa nel ruolo del crudele mandante di una politica di tasse e soprusi.
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Un sistema astuto, per una storiella inventata.
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