Lo scorso 2 marzo 2015 l’Ansa aveva pubblicato un articolo intitolato “Google ha pronto ‘algoritmo antibufala’“.
Leggiamo il primo paragrafo:
Google ha pronto un algoritmo che invece di classificare i risultati delle ricerche per popolarità, come avviene adesso, riesce a capirne l’affidabilità, scovando ‘bufale’ e notizie false. L’articolo che descrive il sistema, che non è ancora operativo, è pubblicato sul sito Arxiv.org. Il sistema di ricerca attuale ordina i risultati in base alla popolarità, mettendo in alto nei risultati le pagine che hanno più link da parte di altri siti e vengono visitate di più.
Per prima cosa Google non classifica i risultati per popolarità, e non mette più in alto nei risultati le pagine che hanno più link.
Cosa ha pubblicato il sito Arxiv.org? Ecco il documento in formato PDF. Non si parla di un algoritmo “anti-bufala”, bensì di un Paper di Google. Vi domanderete certamente di cosa si tratta. I “Papers” di Google sono delle ricerche pubblicate nel sottodominio Research.google.com (diverse migliaia ne vengono pubblicate ogni anno) e la ricerca citata non ha nulla a che vedere con le ricerche organiche del motore di ricerca Google.
Il sistema sarebbe comunque poco realistico, visto le enormi difficoltà che ci starebbero dietro al creare un “filtro-antibufala”, servirebbe piuttosto un controllo umano, ma si chiederebbe troppo (per quello facciamo il possibile attraverso Bufale.net e dai nostri siti colleghi anche all’estero).
Inoltre, affinché un sito possa essere ritenuto attendibile basterebbe riempirlo anche di dati veri, falsando di fatto un eventuale filtro sul sito stesso. Questa è una pratica di ricerca di “credibilità” che già avviene in alcuni siti per attrarre utenti (molti dei siti che sbufaliamo lo fanno).
Per maggiori informazioni e precisazioni tecniche vi invitiamo a leggere l’articolo di Giorgio Taverniti.
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