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BUFALA Emergenza chimica: Italia sommersa da una coltre di filamenti nanopolimerici – Bufale.net

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I FATTI (non dimostrati)
L’articolo prosegue dicendo che si basano sui fatti e che avrebbero fatto fare delle analisi ai campioni raccolti, come avrebbero fatto altri scienziati (linkando un altro loro articolo, questo, che per evenienza abbiamo salvato sempre su Web Archive). I risultati avrebbero dato come componenti “elementi” come Alanina, Glicina, Glutamina e Prolina, nonché proteine anomale. Forse perché queste “proteine anomale” sono le MaSp1 e MaSp2 che costituiscono le ragnatele e, guarda il caso, sono costituite prevalentemente dagli aminoacidi Alanina, Glicina, Glutammina e Prolina. Nessuna scheda in merito alle analisi, luogo in cui sono state effettuate, nemmeno il nome dello scienziato che avrebbe collaborato.

COME HANNO FATTO ALTRI NOTI SCIENZIATI (?)

L’articolo linka a sua volta un altro articolo sullo stesso sito, dal titolo “I filamenti di ricaduta artificiali uccidono le foglie e tolgono l’ossigeno” (salvato su Web Archive), che citano uno studio (senza fornire alcun link, nemmeno una fonte cartacea che potesse essere una rivista, un libro dello stesso…) di un laboratorio indipendente del dottor Nelson Fate dell’Università del Kent. Peccato che il suo nome non appaia sul sito dell’Università e, anzi, provando a cercare compare piuttosto il nome del Dottor Fate, personaggio dei fumetti DC Comics.
Ma senza perderci in indugi, cosa viene affermato in quest’altro articolo? Che questi filamenti vengono rilasciati volutamente per anticipare la caduta autunnale delle foglie degli alberi. Sempre secondo l’articolo, le piante, in estate, avviano una sovrapproduzione di ossigeno, in modo tale che in inverno possiamo respirare. Sempre nell’articolo, viene detto che queste cose le insegnano anche alle elementari.
Se, però, fossero stati più attenti alle lezioni delle elementari, saprebbero come funziona il cambio stagionale nel pianeta: se da noi, dell’emisfero settentrionale del pianeta (nord equatoriale), stiamo entrando in autunno, nella parte meridionale (sud equatoriale) sta invece entrando la primavera. Senza contare che abbiamo anche piante sempre verdi (come l’Abete e il Leccio), ai quali non viene intaccata la fotosintesi durante l’inverno. In aggiunta, nelle regioni equatoriali non si hanno i cambi stagionali (poiché le temperature sono più o meno le stesse durante i 365 giorni dell’anno, non hanno bisogno di entrare in quiescenza). Questo significa che ci sono regioni del pianeta dove la “produzione” di ossigeno non viene alterata. Senza contare l’attività fotosintetica delle alghe marine. L’ossigeno prodotto da queste zone arriva poi, per mezzo dei venti, anche nelle altre regioni del pianeta. Altrimenti questo non spiegherebbe la possibilità di attraversare un deserto (dove qualche forma di vita è comunque presente) senza morire per asfissia.
Ma in estate le piante producono più ossigeno? Non è detto: per quanto riguarda le piante con ciclo C3 (la maggior parte delle piante presenti in Italia, compresi i sempreverdi, hanno questo ciclo), non è assolutamente detto che riescano a produrre più ossigeno durante questa stagione; anzi, è più probabile che ne diminuiscano il rilascio. Questo perché, con l’aumento delle ore di luce e dell’intensità luminosa, nelle piante con ciclo C3 avviene un fenomeno detto Fotorespirazione: l’ossigeno e l’anidride carbonica hanno differenti gradi di solubilità in acqua e, con l’aumentare delle temperature del mezzo acquoso (ricordiamo che dentro le cellule c’è anche acqua), diminuiscono la capacità di solubilizzarsi in acqua. Però l’anidride carbonica perde maggiore capacità di solubilizzarsi in acqua rispetto all’ossigeno e perciò il mezzo acquoso si impoverisce di questo gas, vedendo una maggiore prevalenza di ossigeno. L’ossigeno partecipa (in condizione di Fotorespirazione, mentre di norma interviene la CO2) sul finire del processo della Fotosintesi dove un enzima, la RuBisCO, invece di organicare la CO2 per formare Glucosio (da cui deriveranno o Saccarosio o Amido), organica l’ossigeno (è in grado di legare anche questo gas), con conseguente riduzione della produzione dei fotosintati e marginale riduzione di ossigeno rilasciato (che poi, anche loro devono respirare, dato che posseggono anche loro i Mitocondri).
Infine, un utente avrebbe fatto richiesta, sotto quest’ultimo articolo, ai vari “disinformatori” di mostrare foto o, meglio, dei video che mostrano questi ragnetti portati via dal vento.

 
Anche se non credo che leggerà mai questo articolo, vorrei lasciare un paio di video ritrovati in risposta a questa richiesta:

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