Le bufale hanno qualcosa in comune con lo scoop: martellano incessanti sugli argomenti caldi della cronaca, e troveranno sempre un pubblico di indinniati assetato di conferme. Perché non è certo l’amore per la verità che spinge l’indinniato medio a condividere una bufala, o, tronfio di una vittoria inesistente, a sottoporcela convinto di aver colto in fallo il fact checking ma il desiderio di avere ragione, come un moderno Fox Mulder che Vuole davvero crederci
Tocca quindi ad attivo.tv chiedere agli indinniati con inconferenti accenti di condividere
Un video, con delle sagome che si agitano sotto delle lenzuola funebri e caratteri arabi e l’unica didascalia
Ed ecco a voi come ci prendono per il cu…o!!!
Fatelo vedere a tutti, divulgatelo!!!
Far vedere cosa, una protesta studentesca del 2013 bellamente spacciata per una false flag da piccoli Don Matteo e Detective Conan non in grado o che non vogliono leggere una data?
Il video in questione è infatti questo, pubblicato,come si vede nella foto, dal portale Elbadil nel 2013
La Confraternita degli studenti dell’università di Al-Azhar si è unita ai ragazzi e alle ragazze che procedono fianco a fianco in una marcia che attraversa le Facoltà di medicina ed ingegneria accanto al palazzo del rettore dell’università. Il Campus ha mobilitato gli studenti, che hanno interrotto lo studio quando la marcia ha attraversato Ingegneria. Un gruppo di studenti incapaci di trovare alloggio nelle cittadelle universitarie, pur con buoni voti, comincia a preparare gli altoparlanti e a metterli di fronte al rettorato, per protestare e mettere sotto pressione il rettore e costringere ad ospitarli.
Gli studenti della Confraternita hanno anche bloccato la strada del campus presso l’Università Al-Azhar, in mezzo a una folla di automobilisti, causando la paralisi del traffico su entrambi i lati, scandendo slogan anti-esercito e polizia. I manifestanti della Confraternita di Al-Azhar hanno cercato di entrare nel edificio amministrativo dell’università e nella clinica universitaria
I colleghi di BUTAC sbattono infatti contro questa bufala da anni, ricevendo critiche immotivate per aver semplicemente constatato l’ovvio.
Non è certo colpa di chi in guerra ci muore davvero se chi vuole fare controinformazione clicca frettolosamente sul tastino condividi senza neppure verificare una didascalia con Google Translate, se proprio non conosce nessuno in grado di leggere la lingua araba.
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