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Arrestato l’uomo che ha inseguito per primo Eugene Goodman il poliziotto eroe: era un QAnon dello Iowa

È stato arrestato l’uomo che ha inseguito per primo Eugene Goodman il poliziotto eroe: prevedibile, era un QAnon dello Iowa.

Ma siccome non tutti sono a conoscenza delle puntate precedenti, faremo un breve riassunto. Vi invitiamo però a leggere il nostro precedente articolo: questa storia comprende un eroe, qualcuno salvato grazie a lui e qualcuno che pagherà le sue azioni grazie a lui.

Eugene Goodman, l’Eroe

Ne abbiamo parlato in un nostro precedente articolo, cliccabile qui.

Eugene Goodman è un poliziotto di stanza al Congresso, quel fatidico sei gennaio di piantone. Veterano che ha servito la sua nazione in Iraq, poliziotto con esperienza almeno decennale, Eugene Goodman era solo davanti alla folla urlante che cercava di entrare al Congresso.

Una masnada di seguaci “duri e puri” del Presidente Uscente e membri della Cospirazione di QAnon, comprendente un muratore dello Iowa con una maglietta istoriata a simboli di QAnon.

Eugene aveva poco tempo per decidere ed un bivio letterale alle sue spalle: da un lato, una rampa di scale che conduceva al piano superiore dell’edificio, sgombro.

Dall’altro una porta che conduceva direttamente alla riunone dei senatori impegnati a ratificare le elezioni del Presidente Eletto Joe Biden.

Eugene Goodman sapeva che se i facinorosi fossero riusciti ad entrare avrebbero rivolto le loro violenze ai rappresentanti del Congresso aumentando il numero di vittime.

Così ha deciso di sfruttare il loro odio xenofobo contro di loro: spingendo via uno di loro per attirare su di sé l’attenzione della folla pronta al linciaggio, ha contattato immediatamente i suoi colleghi per organizzare una trappola al piano superiore.

I QAnon sono immediatamente caduti nel tranello: questo ha consentito ai Senatori di guadagnare tempo per la fuga, potenzialmente salvando le loro vite.

Arrestato l’uomo che ha inseguito per primo Eugene Goodman il poliziotto eroe: era un QAnon dello Iowa

Nel video è possibile riconoscere un uomo con un cappellino di lana e una maglia di QAnon che, accecato dalla rabbia, guida l’inseguimento di Goodman, cadendo nella trappola.

Quell’uomo è stato identificato in Doug Jensen, muratore di 41 anni dello Iowa, arrestato al suo ritorno a casa e al momento detenuto senza cauzione.

Doug Jensen ha affidato la sua “testimonianza” ad un video su Tik Tok definito come pieno di profanità in cui nega ogni addebito contestato, al momento non più visibile sulla piattaforma.

Parimenti suo fratello dichiara che in realtà il muratore dell’Iowa è stato “spinto nell’edificio”, che non crede alla veridicità del video avente Eugene come protagonista e a discolpa del fratello dichiara

“Doug non mi ha mai mentito. Lui è sempre stato un brav’uomo. È un padre di famiglia. Ma è come molti altri di noi che siamo patrioti, ci hanno detto per sette, otto mesi, che se avessero vinto i Democratici avremmo perso il nostro paese. Ok. Questo ha spaventato molti di noi”

Scuse che più che un’attenuante echeggiano le tristi ma severe parole dell’ex Governatore della California Arnold Schwarzenegger.

Nell’America odierna come nella Germania Nazista e dell’immediato dopoguerra infatti c’era un minimo comune denominatore: anche Schwarzenegger ha visto “buoni padri di famiglia” impazzire per le bugie e la violenza nazisti, padri di famiglia tornare a casa ubriachi, con la mente devastata dagli orrori della guerra e il corpo mutilato o distrutto da bombe e pallottole, con la violenza nel cuore e nella mente.

Essere “un padre di famiglia”, invero, poco conta quando le costanti bugie dei QAnon, dei nazisti e di qualsiasi altra setta o gruppo basato sulla violenza ti obliterano la mente.

Doug Jensen, con precedenti penali per guida in stato di ebrezza, al momento è incriminato per sconfinamento, condotte violente ed altri tre capi di accusa ancora ignoti, più altri che saranno vagliati raccogliendo le prove a suo carico.

In attesa di giudizio, mentre l’America si stringe nella richiesta di lodi per Eugene Goodman, anche Jensen sta già pagando il frutto delle sue azioni.

L’azienda di costruzioni dove lavorava lo ha infatti licenziato in tronco, prendendo netta distanza dalle sue azioni.

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