ALLARMISMO e DISINFORMAZIONE Attenti alla cioccolata, larve dentro le confezioni. Ecco la famosa marca che le sta ritirando – Bufale.net


Ci segnalano i nostri contatti la seguente notizia, targata ReteNews24, relativa ad un ritiro di prodotti dolciari, i cioccolatini Pernigotti.
La  notizia è vera, ancorché ci teniamo a precisare che si presenta in una formulazione semplificata rispetto alla fonte originaria, la quale esclude categoricamente ogni fattore di rischio per la salute umana.
La notizia targata ReteNews riporta infatti semplicemente:

Calze a rischio? Fino ad un certo punto. La nota casa di prodotti dolciari Pernigotti, ha chiesto a tutti rivenditori e supermercati di ritirare dagli scaffali i cioccolatini Cremino nella confezione a forma di cilindro da 350 grammi. Il lotto in questione è il L1 31.01.16. Come riporta il Fatto Alimentare, all’interno della scatola ci sarebbe la presenza di larve di farfalline che spesso possono trovarsi nella pasta di nella pasta, nel riso o nelle confezioni di cereali che restano troppo a lungo nella dispensa di casa.

La fonte indicata, ovvero Il Fatto Alimentare aggiunge un ulteriore elemento:

L’azienda da noi interpellata ha confermato che il lotto di cioccolatini è già stato ritirato dagli scaffali dei supermercati. Adesso si è alla ricerca della causa all’interno della filiera, visto che nella linea di produzione non risultano esserci problemi.  Da un punto di vista sanitario si tratta di larve di farfalline che a volte si trovano  nella pasta, nel riso o nelle confezioni di cereali che restano troppo a lungo nella dispensa di casa.

I riferimenti sono:

Cremino, confezione cilindrica da 350 g.

Lotto numero:  L1D 31.01.16.

Si parla quindi di lotti di merce già ritirati nella maggior parte dei casi dagli scaffali, coi fornitori principali preallertati, in caso di piccole quantità sfuggite al richiamo, a provvedere immediatamente al reso con la mera esibizione della merce del lotto indicato ed una ricevuta di acquisto valida.

Richiami di prodotti difettosi o recanti anomalie accadono periodicamente, specialmente dinanzi ad ingenti numeri di produzione. Non tutte le ciambelle riescono col buco, reca un antico adagio che esprime il concetto fondamentale per cui la grande distribuzione implica, per sua stessa natura, il magnificarsi della possibilità di piccole quantità di prodotto difettoso che sfugga ai controlli.

Quantità, va rilevato, infime rispetto ai lotti totali di prodotto che raggiungono quotidianamente gli scaffali, da cui vanno sottratti ulteriormente i prodotti ritirati dagli scaffali prima che possano raggiungere i carrelli della spesa.

I richiami possono interessare prodotti di ogni specie, dai beni alimentari ai beni tecnologici. Cibi, medicinali, biscotti, lettori Mp3… ogni bene che viene certificato lasciare la casa madre con delle anomalie deve essere “richiamato” e sostituito con merci sane e prive di difettosità. Ciò è normale, e fa parte dell’ordinario andamento del mercato.

Nel caso di specie?

Si parla di infestazione di un tipo particolare di “farfallette”, o per meglio dire tarme, le Camole della Farina, che Focus.it descrive così:

Le tarme sono lepidotteri, dunque farfalle. È un nome generico, che indica specie diverse di insetti commensali: si cibano, deteriorandolo, di ciò che trovano nelle case, ma non sono parassiti dell’uomo, non producono sostanze tossiche e non diffondono malattie. I danni vengono provocati dalle larve che si nutrono di vestiti (in particolare di lana) o di alimenti secchi come pasta, cereali macinati e in fiocchi, semi e frutta secca. I sottili filamenti che si trovano nei cibi sono il loro pasto digerito, mentre gli astucci tubolari traslucidi servono agli insetti per galleggiare sulla superficie delle farine. Le tarme si insediano nelle case in ogni stagione. Gli adulti sono più numerosi, e visibili, in aprile e maggio, quando le femmine iniziano a deporre le uova. La vita di una larva può durare fino a 10 mesi, negli ambienti riscaldati però sono possibili più generazioni nell’arco dell’anno.

Quindi non vi è mai stato alcun rischio per la salute umana: bensì, le confezioni interessate si presentano piene di un prodotto deteriorato e danneggiato, e quindi non più rispondente agli standard qualitativi che il consumatore invece ha il diritto di esigere in ogni momento.

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