Si fa enorme fatica ad accettare l’enorme castroneria resa pubblica da Antonella Pavin parlando di Liliana Segre e di Auschwitz, dopo che quest’ultima era finita al centro di un attacco da parte di un consigliere di Forza Nuova a Trieste, come avrete notato con il nostro articolo pubblicato nella giornata di ieri. Per chi non lo sapesse, la donna appena menzionata era una delle persone intenzionate a fondare un partito nazista, il cui nome doveva essere Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori. Tali soggetti ora sono stati individuati dalla Digos di Enna e del Servizio Antiterrorismo Interno.
Appena trapelata la notizia, Repubblica ha deciso di intervistare proprio una di queste persone, ovvero Antonella Pavin. Per contestualizzare al meglio il tutto, si potrebbe premettere che a suo modo di vedere l’olocausto non sia mai esistito. Come conferma anche Giornalettisimo, più in particolare, una delle domande della giornalista si è concentrata su Liliana Segre, chiedendo alla Pavin se l’avesse mai ascoltata.
La risposta ha lasciato tutti a bocca aperta, perché una cosa è avere determinate idee politiche, anche estreme (il che non giustifica l’idea di fondare un partito che richiami il nazismo tedesco), un’altra è rasentare la follia. A detta di Antonella Pavin, infatti, sarebbe meglio lasciar perdere Liliana Segre, in quanto ne avrebbe da dire. Poi il capolavoro, parlando del più famoso tra i campi di concentramento: “Ad Auschwitz c’erano piscina, teatro e cinema. Non è andata come raccontano“.
Ricordiamo ai nostri lettori che abbiamo una grossa libreria sul negazionismo che potete consultare in qualsiasi momento. Insomma, Antonella Pavin ha attaccato Liliana Segre e nel farlo ha contestualizzato il campo di concentramento di Auschwitz in un modo che mai avremmo immaginato potesse essere possibile. Nemmeno dal punto di vista di un soggetto pronto a creare un partito del genere.
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