Un’immagine virale sta facendo il suo corso sui social network, e ritrae un banchetto di raccolta firme gestito da alcune donne col burqa:
Le scritte visibili sul banchetto recitano:
L’immagine che prendiamo in analisi è la testimonianza di una gaffe operata dalla campagna Think again turn away del governo americano nel 2015. La campagna era partita nel 2014 per dissuadere i musulmani dalla scelta di far parte del gruppo terroristico dell’ISIS, mostrando attraverso i canali social (Facebook e Twitter) documenti e filmati che testimoniavano la violenza delle loro azioni e della loro propaganda.
L’11 marzo 2015 la campagna, sul profilo Twitter, pubblicò l’immagine di un gruppo di donne islamiche di fronte a un banchetto:
Il tweet di Think Again Turn Away / Answering Muslims
In allegato all’immagine gli amministratori aggiungevano: “Nelle società aperte, tutte le fedi godono di libertà di espressione; sotto il dominio dell’Isis non c’è alcuna libertà di espressione”. Secondo il governo americano, in pratica, le donne stavano semplicemente esprimendo la loro libertà, ma non aveva considerato il reale messaggio presente sul banner di fronte al banchetto.
Il 14 marzo 2015 il Daily Mail, a tal proposito, smascherava la gaffe e faceva notare che le donne della foto, in realtà, chiedevano l’entrata in vigore della Sharia, la legge liberticida alla base dell’Islam radicale.
Da un’indagine del Daily Mail era emerso che Think again turn away aveva copiato l’immagine dall’account Twitter – poi sospeso – di Moshiur Rahman, presente su Twitter con il nick di Abdulrahman Muhajir che aveva già ottenuto l’avviso di pericolosità sociale. Ancora, la stessa foto con didascalia era stata pubblicata – prima del re-up di Think again turn away – da Umm Usmaan, una donna facente parte di Stay Muslim, do not vote, campagna anti-democratica che esalta le azioni della guerra jihadista.
La foto era stata scattata il 7 marzo a Dalston, un quartiere di Londra, e durante la campagna a favore della Sharia era presente Anjem Choudary, un noto estremista islamico. Dopo la scoperta della gaffe da parte degli organi di stampa e degli utenti dei social network, il governo americano non ha mai rilasciato dichiarazioni.
Un’altra immagine della giornata del 7 marzo 2015 / Loving Dalston
Parliamo di precisazioni, in sostanza, per specificare che l’immagine tornata sulle bacheche è del 2015 e aveva una storia ben complessa sulla sua pubblicazione. Non si trattava di una raccolta firme ma di un “roadshow” per convincere la popolazione a non votare, bensì ad attenersi alla Sharia, specie perché il 17 maggio si sarebbero tenute le elezioni generali del Parlamento del Regno Unito.
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