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“The Shoah Party”, la chat degli orrori di due minorenni: pagavano per assistere a torture su bambini nel deep web

Una vera e propria chat degli orrori quella scoperta dal nucleo investigativo del comando provinciale di Siena, coordinato dalla Procura dei Minori di Firenze. In una stanza di chat denominata The Shoah Party si scambiavano materiale pedopornografico ed esperienze nel deep web. Gli investigatori, nel corso dell’operazione “Delirio” iniziata nell’ottobre 2019, nelle ultime ore hanno scoperto l’esistenza di siti internet presenti nel deep web grazie alle perquisizioni nei confronti di due minorenni piemontesi, un ragazzo e una ragazza di 17 anni. I due minori sono indagati per istigazione a delinquerepedopornografia. I nostri lettori ci segnalano la notizia riportata da Fanpage.

L’operazione Delirio

L’operazione Delirio, coordinata dalla Procura dei Minori di Firenze, era iniziata nell’ottobre 2019 dopo la segnalazione di una madre. La Nazione nell’edizione di Siena scrive che a seguito delle indagini 25 persone (19 minorenni e 6 maggiorenni) erano state accusate di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico e istigazione a delinquere. Nel corso della prima parte dell’indagine, tuttavia, si parlava di una chat WhatsApp nella quale gli indagati si scambiavano materiale.

Le indagini, in questa seconda parte dell’operazione Delirio, sono andate più a fondo e hanno consentito ai carabinieri di Siena di risalire a due minorenni residenti in Piemonte, un ragazzo e una ragazza. All’interno di una chat chiamata The Shoah Party lui, che era anche amministratore del gruppo, raccontava di un’esperienza nel deep web nella quale aveva potuto assistere a torture inflitte su bambini dietro un pagamento in Bitcoin. Ai deliranti messaggi sulle torture sui bambini si alternavano anche parole di apologia al nazifascismo.

Le Red Room

Nel deep web cui il ragazzo faceva riferimento si potevano raggiungere vere e proprie stanze delle torture chiamate Red Room nelle quali bambini e bambine venivano seviziati, torturati, mutilati e talvolta uccisi secondo le istruzioni impartite dal pubblico pagante. Ancora, La Nazione scrive quanto segue:

Le investigazioni hanno consentito di acclarare le modalità di accesso al deep web, dove vengono acquisite e poi fatte circolare le immagini “gore”, con esecuzioni, omicidi, smembramenti, atti sessuali compiuti in danno di animali, estrapolazioni di organi, castrazioni, immagini raccapriccianti e pedo-pornografia ai danni di bambini piccolissimi.

Secondo le indagini le Red Room erano collocate nel sud est asiatico (Il Fatto Quotidiano) ma questi dettagli sono ancora in fase di verifica. Durante le perquisizioni nelle abitazioni dei due minorenni piemontesi sono stati sequestrati PC, tablet, smartphone e chiavette USB.

Il minorenne piemontese, amministratore della chat The Shoah Party, si presenterà il 27 luglio davanti al pm di Firenze per chiarire la sua posizione nella chat degli orrori insieme al suo legale.

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