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Sylvester Stallone pubblicizzava prosciutti in Giappone (e non solo)

Sylvester Stallone pubblicizzava prosciutti in Giappone: questo il resoconto di un video TikTok inoltratoci. E non è un fotomontaggio. Potremmo dire un mondo del colorato mondo, un po’ folle e ingenuo, ma anche surreale degli spot vintage e non solo Giapponesi.

Sylvester Stallone pubblicizzava prosciutti in Giappone (e non solo)

Magari ci riserviamo una puntata a parte per creazioni come il “Long Man”, improbabile seduttore al centro di una telenovela a puntate nascosta negli stop della gomma da masticare in strisce lunghe “a strappo”.

Qui ci concentreremo su Sylvester Stallone e altri VIP.

Sylvester Stallone pubblicizzava prosciutti in Giappone (e non solo)

Siamo negli anni ’80 in Giappone, momento storico in cui gli spot “solo in Giappone” sono all’apice. Nonostante l’esplosione della bolla speculativa degli anni ’80 fosse alle porte, le ditte giapponesi avevano soldi da bruciare in pubblicità, e budget da dare ai pubblicitari per chiamare le più importanti star di Hollywood, allettate dalla formula “Only in Japan”, “Solo in Giappone”.

Se per noi occidentali c’era ancora un forte stigma della pubblicità come “prodotto di seconda categoria”, nel quale è difficile vedere la grande star abbassarsi a vendere prosciutti e cellulari come un comune mortale (e nonostante alcuni cambiamenti culturali, come lo spot OMNITel con la superbella dell’epoca Megan Gale, ancora ora), in Giappone tale stigma non esisteva.

Potevi comodamente irretire una grande star promettendo che gli spot sarebbero stati diffusi solo sul mercato domestico, che nessuno in Occidente avrebbe mai saputo qualcosa e che fortissime sanzioni e penali avrebbero impedito l’uso dell’immagine del famoso fuori dai confini del Paese del Sol Levante.

La birra immaginaria di Harrison Ford

Del resto, Internet era ancora un prodotto immaturo, ci volevano ore per scaricare un “francobollo” di pochi minuti a qualità da citofono e in Giappone la pirateria è una cosa così seria che, ancora oggi, rischi la galera per aver condiviso film e venduto bonus per videogiochi ottenuti con pirateria.

Così potevi imbatterti in Stallone che vende sorridente prosciutti alla presenza di Babbo Natale, vestito in giacca e cravatta ma coi capelloni da Rambo.

Nicholas Cage canta canzoni sul gioco d’azzardo

Ma anche Harrison Ford alle terme intento a bere una birra immaginaria con un locale per poi decidere che la Birra Kirin batte ogni immaginazione e volere un sorso di birra locale, e reale e Nicholas Cage pronto a decantare al pianoforte le lodi del “Pachinko”, noto gioco d’azzardo a metà tra il flipper, la slot machine e la roulette, senza mai mostrare un pachinko in azione.

Superati gli anni ’90 accadde che i soldi cominciarono a scarseggiare, Internet cominciò a rendere difficile assicurarsi che gli spot “solo per il Giappone” restassero in madrepatria e, scoppiata la bolla speculativa in economia, scoppiasse anche la bolla dello spot.

Il ritorno dello spot con Occidentali

Ma alla fine, anche questo è retro, e come ben sappiamo dalle nostre rubriche, c’è una moda per tutto quello che è vintage.

Nel decennio scorso abbiamo quindi avuto una serie di spot in cui Cameron Diaz vaga per un set hollywoodiano popolato da bizzarri personaggi, tra cui alieni e polli giganti (il modo in cui il Giappone sogna “La Terra dei Sogni”) inguainata in abiti elegantissimi quanto aderenti, con l’aria da diva e un cellulare con abbonamento Softbank incollato all’orecchio.

Attenti al pollo

Ma anche in cui Schwarzenegger, nei panni di un rude, virile e muscoloso minatore, decide di godersi una pausa dal lavoro tracannando caffé freddo in lattina per tenersi rinfrescato e pronto all’azione.

Angelina Jolie per Shiseido

Per chiudere con Angelina Jolie, nominata a furor di popolo la donna dalle labbra più belle del mondo, apparire in spot forse più nelle nostre corde per i rossetti Shiseido.

 

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