Bufala

Spiacente deludervi, ma le notizie sulla chiusura di Bufale sono grossolanamente esagerate (per non parlare delle nostre presunte partecipazioni)

C’è un fact checking che ci tocca molto da vicino, un post pubblicato su Facebook (e Instagram e X, tanto per abbondare…) due giorni fa che annuncia la chiusura di Bufale accostandoci a Open, testata online del gruppo OPEN IMPRESA SOCIALE S.R.L. e parte del programma di Fact Checking di Meta, recentemente chiuso nei soli USA.

Programma che, ricordiamo, siamo stati tra i primi a evidenziare come sia nato sì carico di buone intenzioni, ma inconcludente nei risultati a causa di un errore di approccio fondamentale, evidente anche in questo invero insensato attacco frontale.

Spiacente deludervi, ma le notizie sulla chiusura di Bufale sono grossolanamente esagerate (per non parlare delle nostre presunte partecipazioni)

Riassumendo, se le bufale sono il regno dell’illogico e dell’infondato, non è certo opponendo il logico all’illogico calandolo in modo ottriato in un box fornito dal gestore dei social che si potrà convincere chi vede la bufala come un atto di fede identitario dell’aver errato, ma partecipando da utente tra gli utenti, terzo in causa tra gestori di servizio e ruffiani in servizio permanente per fornire cibo per la mente.

E riassumendo, non solo con Open non c’entriamo molto (non che sia un male essere Open, anche se non condividiamo le idee su IFCN, auguriamo il meglio ad ogni realtà), ma le notizie sulla chiusura di Bufale sono grossolanamente esagerate.

Spiacente deludervi, ma le notizie sulla chiusura di Bufale sono grossolanamente esagerate (per non parlare delle nostre presunte partecipazioni)

Vi invitiamo a rivedere le nostre pubblicazioni degli ultimi mesi: solo nel mese di Gennaio che non è ancora finito abbiamo pubblicato sessanta articoli, espandendo il nostro focus non solo alle fake news contemporanee, ma alle false credenze, alla divulgazione di cognizioni tecniche, sociali e scientifiche che possano “vincere l’irrazionale” non imponendo la razionalità, ma spiegando ed esibendo il suo fascino più profondo e persino una serie di rubriche tematiche, come una rubrica fissa sul retrocomputing (con un’occhio alla storia ed alle cognizioni) e una partnership fissa col divulgatore e autore Fabio De Bunker.

Le nostre attività si sono estese ai social più prolifici, con presenza fissa, anche per agili card divulgative e video, su Facebook, Instagram, X, Bluesky e Mastodon, cui abbiamo aggiunto video su TikTok e YouTube, nonché presenza fissa su Telegram e Whatsapp.

Non saprei, se questo signifca essere chiusi, non comprendo quanto virali saremmo se fossimo attivi.

Il bello è che contrariamente a quanto la bufala che ci colpisce rientra noi non riceviamo soldi da Biden, da Meta o da nessun altro.

Solo con l’aiuto di un piccolo gruppo di volontari, siamo arrivati ad un’espansione del nostro piccolo spazio di divulgazione da “semplicemente bufale” a spazio culturale a tutto tondo.

Pensate cosa potremmo fare con un piccolo aiuto dei nostri lettori: permetteteci una boutade, alla faccia di chi ci vorrebbe male, o chiusi. Che vorremmo poter persuadere della nostra irrefrenabile vitalità ed energia, e tutta senza fondi di governi e/o multinazionali, ma se non ce la faremo poco ci cala.

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