Precisazioni

“Se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimetta”, l’attribuzione a Bonafede che necessita precisazioni

La frase “Se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimetta” è stata attribuita da Emma Bonino ad Alfonso Bonafede ieri, 20 maggio, nel corso della mozione di sfiducia presentata nei confronti del ministro alla Giustizia. Il Corriere della Sera e altre testate hanno riportato il video dell’intervento della senatrice di +Europa durante il quale ha pronunciato la frase che oggi poniamo in analisi. La frase è stata ripresa sui canali social di Giorgia Meloni che ha diffuso un meme con il virgolettato attribuito a Bonafede.

Riportiamo di seguito la parte di intervento di Emma Bonino in cui la senatrice attribuisce ad Alfonso Bonafede la frase di cui i nostri lettori ci chiedono verifica:

“Signor ministro, ora, il sospettato è diventato lei e ha diffondere il sospetto è stato un magistrato cui aveva proposto incarichi. Quattro anni fa lei disse ‘Se c’è un sospetto, anche chi è pulito, deve dimettersi’. Se lo ricorda? No, peccato”.

4 anni fa era il 2016 e la frase attribuita a Bonafede era riportata nel titolo di un articolo pubblicato su Repubblica il 13 gennaio 2016.

 

L’articolo di Repubblica riportava le dichiarazioni di Bonafede sul caso del sindaco di Quarto (Napoli) per sospetti legami con la camorra. Una volta aperta l’inchiesta il Movimento 5 Stelle aveva chiesto le dimissioni del sindaco e la cacciata dal Movimento, dimissioni che il primo cittadino aveva confermato il 21 gennaio 2016 per poi ritirarle nel febbraio dello stesso anno.

Peter Gomez: “Una bugia”

Nel corso dell’intervista rilasciata a Repubblica nel 2016, tuttavia, Bonafede non pronunciò esattamente quella frase a lui attribuita da Emma Bonino, da Giorgia Meloni e dalle testate delle ultime 24 ore. Dal momento che il titolo riportava un virgolettato si dava per scontato che nel testo del pezzo venisse ripresa la frase, ma nell’intervista a Repubblica compaiono parole divrrse. Lo fa notare anche lo staff di Sono Le Venti, il format di Peter Gomez, in un tweet pubblicato ieri 20 maggio 2020:

In parlamento però non si dovrebbero dire bugie per per sostenere le proprie argomentazioni.

Emma Bonino e Matteo Renzi hanno attribuito a Bonafede la frase: “se c’è un sospetto anche chi è pulito deve dimettersi”
Una frase che Bonafede non ha mai pronunciato.

Lo disse, ma con parole diverse

Rileggendo il pezzo pubblicato da Repubblica, tuttavia, emerge che Bonafede non pronunciò la frase ma sottilmente, tuttavia, ne espresse il concetto. Parlando del sindaco di Quarto, disse:

Ancora una volta davanti a una difficoltà scaricate i vostri amministratori. Non è così?
“Ma noi non abbiamo scaricato nessuno. Siamo stati accanto a **** fino all’ultimo. Nel post c’è l’indicazione chiara del fatto che sia un sindaco pulito e che si è comportata bene, su questo non ci sono dubbi”.

A quel punto la giornalista gli aveva chiesto se chiederne le dimissioni, visto che veniva considerato un sindaco pulito, fosse una scelta logica. Bonafede aveva risposto così:

Qui non stiamo parlando di un semplice problema amministrativo. Non si possono confondere i piani. Parliamo di una battaglia generale che facciamo da sempre per la legalità, per l’onestà e contro il voto di scambio. Sono temi fondativi per noi.

Quindi: si trattava di un sindaco pulito ma che dietro un sospetto ingresso della camorra non poteva restare in carica, secondo il Movimento Cinque Stelle. Un concetto espresso non con la frase riportata nel titolo ma declinato in due risposte, con parole diverse.

Parliamo di precisazioni, dunque, per sottolineare che Bonafede nel 2016 non pronunciò la frase: “Se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimetta”, che tuttavia gli venne attribuita in un titolo di Repubblica, ma durante l’intervista espresse il concetto con parole diverse.

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