Editoriale

Scadono i diritti Disney su Topolino (quasi): la scadenza dei 95 anni

Scadono i diritti Disney su Topolino (quasi): si avvicina la scadenza dei 95 anni. Novantacinque anni in cui Topolino (Mickey Mouse) è stato il volto iconico della compagnia, in molteplici incarnazioni.

Segnatevi quest’ultima frase, perchè è il nodo centrale della vicenda. In America si sono succedute numerose estensioni del diritto di Copyright, e tutte hanno protetto proprietà datate e amate come Topolino.

Ma Topolino è arrivato quasi al suo 95mo compleanno, che scadrà ad Ottobre 1928. Il che significa la caduta nel Pubblico Dominio. Tutti potranno quindi usare Topolino nelle loro storie e nei loro prodotti. Forse.

I diritti Disney su Topolino presi di mira

Alcuni dei più acerrimi oppositori delle ormai improbabili nuove estensioni sono i Repubblicani.

Per una volta siamo di fronte ad una inedita alleanza di “anticapitalisti” e coloro che, storicamente e politicamente rappresentano il ceto conservatore e capitalista d’America.

Scadono i diritti Disney su Topolino (quasi): la scadenza dei 95 anni, di SkitterPhoto by Pexels

Secondo alcuni rappresentanti Repubblicani infatti la Disney è diventata una “compagnia woke” dall’agenda fortemente progressista, LGBTQ ed antitradizionalista, immeritevole quindi di “regalie e privilegi speciali”.

Non solo quindi non ci sono proposte per estendere ulteriormente il diritto d’Autore, ma c’è chi vorrebbe addirittura cessarlo anticipatamente, privando Disney di un potenziale vantaggio qualificabile dagli introiti dati dal solo personaggio di Topolino. Pari a circa cinque miliardi di dollari.

Cosa comporta questo per la Disney?

Francamente? Alla fine della fiera una cursoria analisi dei fatti dichiara che ciò comporterebbe ben poco.

Topolino è una proprietà intellettuale dall’immenso valore e riconoscibilità, ma  in costante evoluzione e incarnata in diversi universi letterari, animati e videoludici.

Il copyright di cui parliamo parla della versione originale del personaggio, quella apparsa nel noto cortometraggio “Steamboat Willie”.

Ovviamente la versione attuale di Topolino è parecchio diversa.

Parliamo ora di un Topolino “borghese” coi guanti ed un universo condiviso di personaggi (Pluto, Pippo, il mondo di Topolinia). Di fatto una diversa incarnazione. Una delle tante.

Secondo Daniel Mayeda, direttore associato della Documentary Film Legal Clinic presso il dipartimento legale dell’Università di Los Angeles, anche l’uso del “Topolino originale” ha dei limiti.

Topolino è nel pubblico dominio, almeno uno dei Topolino, ma non la Disney.

Un’ipotetica ditta che volesse usare Topolino per promuovere i propri prodotti o creare proprie storie dovrebbe superare l’ostacolo di farlo in un modo che non induca l’acquirente in errore illudendolo di star acquistando un prodotto Disney.

Il Copyright decadrebbe, ma non il marchio Disney: quello resterebbe in eterno.

Adempimento di fatto impossibile: l’estrema popolarità della Disney potrebbe agire come scudo per limitare l’utilizzo altrui di Topolino.

Utilizzo che peraltro ricordiamo non impedirebbe a Disney di continuare a usare liberamente tutte le versioni del personaggio.

Un precedente

La perdita dei diritti su Winnie the Pooh non ha portato conseguenze rilevanti per Disney e l’eredità Milne, salvo la possibilità di creare un film dell’orrore splatter col personaggio e degli spot pubblicitari.

Film dell’orrore che userà i nomi e i personaggi come creati da Milne ma evitando religiosamente ogni associazione al marchio Disney.

Ad esempio evitando l’iconica maglietta rossa dell’orsetto Pooh, Tigro e alcune frasi iconiche apparse nelle produzioni Disney.

Tutte quelle cose che vengono comunque mostrate in parodie e simili e che “Blood and Honey” invece non avrà.

Un Winne the Pooh mutilato quindi, che fa pensare che il Topolino “alternativo” che potrebbe nascere dalla perdita del Copyright sarà comunque un Topolino mutilato.

Sì, si apriranno nuove vie per creatori di storie e pubblicitari, ma senza scalfire più di tanto il dominio Disney.

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