All’alba dello sgombero dello storico centro sociale di Milano, tornano i titoli a base di “Salvini frequentatore del Leoncavallo”. Titoli che, in parte, distorcono una verità storica per farne saporita clickbait.
Perché c’è “frequentazione e frequentazione”.
Il suo luogo di ritrovo era il Leoncavallo». «Frequentava il Leoncavallo». «Dal Leoncavallo alle ruspe»: questi erano già titoloni comunissimi nel 2018, per non parlare del 2025 attuale.
La verità storica è che Salvini è stato sì al Leoncavallo ma come un comune cittadino andrebbe a curiosare tra le iniziative sociali di un centro sociale.
Salvini frequentatore del Leoncavallo? Attenti alla disinformazione
Scindere un centro sociale dall’iniziativa politica è un errore formale, ma fare l’errore metodologico di ritenere che chiunque metta piede in un centro sociale sia un attivista lo è di più.
La disinformazione risale a un celeberrimo brano, in copertina, del Corriere della Sera dedicato ad un giovanissimo Matteo Salvini. L’articolo precisa comunque che si tratta di un giovane leghista convinto che
“nei centri sociali ci si trova per discutere, confrontarsi, bere una birra e divertirsi”
Negando che i suoi compagni di bevute (evidentemente non di militanza, lui era già un giovane leghista) non erano dei violenti e di invocare soluzioni civili e pacificazione tra le comunità giovanili.
La “Pax Salviniana” non era però assoluta: già da giovane Salvini amava precisare che
“a creare problemi sono sempre quelli lì, i trentacinque quarantenni che strumentalizzano i giovani e forse sono strumentalizzati loro stessi”
Descrivendo quindi una stagione degli scontri tra giovani pronti a “bere una birra e divertirsi” e i quarantenni (non a caso anagraficamente reduci degli anni ’70) violenti seminatori di odio e cattivi maestri che strumentalizzano e creano “problemi”.
Arrivati alla sua autobiografia, Secondo Matteo del 2016 dirà
“Io nello storico centro sociale milanese avevo messo piede una sola volta. Per un concerto. Quando la politica ancora non mi interessava“
E
“Sono stato una sola volta! Ho bevuto una sola birra e me ne sono andato.”
Ne deduciamo che non esiste un “Salvini comunista compagno”, ma un giovane leghista che, come molti comuni cittadini, curiosava tra concerti e occasioni di incontro dei centri sociali salvo poi decidere di non essere d’accordo con l’anima militante degi stessi (“i quarantenni che creano problemi”) e togliere il disturbo per dedicarsi ad altro.
Sarebbe, per farci comprendere, come se un giornalista del futuro decidesse di procurarsi un elenco dei frequentatori del Crack! (Mostra di Fumetto ospitata dal CSOA Forte Prenestino, noto per aver visto i primi passi della carriera del fumettista ZeroCalcare) per decidere che chiunque sia stato lì è stato promosso ad attivista, militante o anche solo abituale frequentatore dei Centri Sociali.
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