Un tweet pubblicato da Giorgia Meloni il 12 aprile mostra un manifesto della manifestazione del 25 aprile, e secondo la Meloni la grafica vuole calpestare la memoria delle foibe.
Indecenti i manifesti apparsi oggi a Roma: la memoria dei martiri delle
#foibe calpestata e oltraggiata per attaccare degli avversari politici. Il sindaco Raggi, che si precipitò a togliere i manifesti pro-vita che non condivideva, farà lo stesso anche in questa occasione?
La risposta di “Azione Antifascista Roma Est”, come riportano Giornalettismo e Repubblica, non si è fatta attendere. In una nota pubblicata sulla pagina Facebook ufficiale del comitato leggiamo:
Sui manifesti “choc” del 25 aprile a Roma Est è stato scritto che sono “indecenti”, “barbarie negazionista” perché “sfruttano la tragedia delle foibe per attaccare il governo infoibando Lega e 5Stelle”.
Queste parole scritte dalla signora Giorgia Meloni, segretaria di FdI, e dal capogruppo in commissione cultura, Federico Mollicone, del medesimo partito, sono evidentemente frutto di una loro paranoica fantasia. Oppure faziose manipolazioni volte a strumentalizzare un corteo territoriale antifascista e autonomo a fini elettorali.
Di fatto il manifesto, reinterpretazione di un manifesto del 1973 di Ettore Vitale, rappresenta un’onda rossa che infrange un muro nerotenuto insieme con lo scotch colorato, in esplicito riferimento ai colori dell’attuale governo. Rappresenta semplicemente la realtà in atto.
Del resto, che ci sia un rinnovato vigore delle forze politiche di estrema destra in tutto il mondo e che, a livello globale, ci sia ancora chi vi si oppone, non dovrebbe più stupire né scioccare.
Ma evidentemente dà troppo fastidio che ci sia ancora chi resiste.
Infatti, il corteo antifascista del 25 aprile a Roma Est parla di memoria della Resistenza ma anche di quelle resistenze quotidiane, fatte di lotte territoriali e sociali, contro il clima di ignoranza, indifferenza, paura e odio che alimenta il fascismo in tutte le forme in cui si manifesta oggi.
Perché, oggi come ieri, Roma Est è antifascista.
Nessun riferimento alle foibe, bensì un’onda rossa che infrange un muro nero, su reinterpretazione di un manifesto del designer Ettore Vitale che ideò una grafica simile nel 1973 in occasione della Festa della Liberazione.
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