Ci hanno segnalato che un articolo presente sul sito DC News, rilanciando dichiarazioni pubblicate in un post Facebook sostiene che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i suoi “galoppini” starebbero approfittando degli aiuti occidentali per comprare “mezza Sardegna”. A supporto di questa tesi vengono citati la presenza dello yacht Luminance nelle acque sarde e un presunto atterraggio segreto di un jet privato a Cagliari. Una narrazione che mescola elementi reali a supposizioni e omissioni, fino a ottenere un complotto geopolitico.
Rinat Akhmetov e Volodymyr Zelensky non stanno usando i fondi di guerra per comprare la Sardegna
Lo yacht Luminance è un’imbarcazione di lusso lunga oltre 130 metri, consegnata nel 2024 dal prestigioso cantiere navale tedesco Lürssen, specializzato in megayacht destinati a una clientela di altissimo profilo.
Uno dei post
Alcune fonti di settore, non confermate ufficialmente, indicano che possa essere stato commissionato da Rinat Akhmetov, noto oligarca ucraino e tra gli uomini più ricchi del Paese.
Tuttavia, è importante sottolineare che la costruzione dello yacht era stata avviata ben prima dell’invasione russa dell’Ucraina, avvenuta nel febbraio 2022, e quindi non può essere in alcun modo collegata agli aiuti militari internazionali o a presunti arricchimenti legati al conflitto.
Lo yacht Luminance (credit: boatinternational.com)
L’accostamento proposto tra i miliardi di sovvenzioni, anche italiane, destinati all’Ucraina (in armi e non solo) e un presunto shopping in Sardegna da parte di esponenti ucraini non ha pertanto alcun riscontro concreto e si inserisce più in una retorica populista, se non in una narrazione che riecheggia la propaganda filo-russa, la quale mira a screditare l’assistenza militare all’Ucraina insinuando che i fondi vengano dirottati verso il lusso personale.
Anche l’ipotesi secondo cui il semplice spostamento dello yacht verso le acque italiane implichi una “conquista strategica” della Sardegna è priva di logica: un’imbarcazione privata di questo tipo può viaggiare per ragioni logistiche (manutenzione, rimessaggio, consegna di forniture) o semplicemente per turismo, senza alcuna connessione con operazioni politiche o militari.
Presentare il movimento di uno yacht come prova di un piano geopolitico è un tipico esempio di come si possano prendere elementi reali e incorniciarli in una narrativa complottista per suscitare indignazione e sospetto, senza fornire alcun dato verificabile a supporto.
Stesso discorso per il jet privato P4-RLA, un Airbus A319CJ già usato in passato da vari VIP e che potrebbe essere stato utilizzato anche da Akhmetov. Sostenere che sia atterrato di nascosto a Cagliari è impossibile: ogni volo civile in Italia è tracciato da ENAV e visibile su piattaforme come FlightRadar24.
Un atterraggio “clandestino” in un aeroporto civile non può avvenire senza lasciare traccia. Parlare quindi di “segretezza” significa solo cercare di rendere la storia più misteriosa di quanto non sia.
Il ritratto di Akhmetov come “eminenza grigia” di Zelensky è una semplificazione che distorce la realtà. Rinat Akhmetov, per anni vicino al Partito delle Regioni di Viktor Yanukovych, è stato in passato una figura influente nell’Ucraina orientale, in particolare nella regione del Donetsk da cui proviene. Il legame politico e territoriale lo ha portato a essere visto, fino a pochi anni fa, come un esponente della vecchia élite oligarchica, spesso in contrapposizione alle forze riformiste
Con l’elezione di Zelensky, i rapporti fra i due si sono rapidamente deteriorati. Nel 2021 lo stesso presidente ucraino lo accusò pubblicamente di essere coinvolto, o quantomeno di prepararsi a sostenere, un tentativo di colpo di stato orchestrato in favore della Russia. La guerra ha cambiato radicalmente gli equilibri.
Con l’invasione russa del 24 febbraio 2022, Akhmetov ha perso la quasi totalità delle sue proprietà nel Donbas, tra cui impianti industriali e infrastrutture strategiche, confiscati o distrutti dalle forze di Mosca. Secondo stime internazionali, sarebbero stati cancellati due terzi del suo patrimonio, ridimensionando drasticamente la sua influenza economica.
Da quel momento, il magnate ha modificato la sua posizione politica, diventando uno dei principali finanziatori delle forze armate ucraine, con donazioni e forniture di beni per sostenere la resistenza contro l’invasore. Alla luce dei fatti, non c’è pertanto alcuna evidenza che indichi una protezione o una connivenza particolare nei confronti di Zelensky.
Il testo proposto si presenta come un thriller geopolitico. Il risultato? Sospetto senza prove concrete.
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