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Quando l’Uomo Tigre causò una serie di donazioni: il Tiger Mask Donation phenomenon

Tutti ricordano la storia dell’Uomo Tigre, celebre serie animata degli anni ’70 giapponesi mandata in onda in diverse emittenti regionali in Italia un decennio dopo. La storia seguiva le avventure di Naoto Date, magnate e filantropo che segretamente era il wrestler “heel” (il tipo di wrestler noto per la sua tendenza alla slealtà ed alla ostentata brutalità sul ring) Uomo Tigre, famoso per l’omonima maschera.

Premessa: chi è l’Uomo Tigre

Nella storia dell’anime (tratto da un manga, un fumetto), Naoto era stato un povero orfano del Giappone che stava vivendo la sua ricostruzione industriale ma aveva ancora problemi di diseguaglianza sociale, ed era stato trovato dalla Tana delle Tigri, un sindacato criminale che controllava anche il mondo del wrestling sottoponendo giovani a crudeli allenamenti per farne grandi campioni nella categoria heel e riscuotere parte dei loro ricchi onorari.

Naoto Date, tornato in Giappone, si imbatte nel vecchio orfanotrofio dove era cresciuto, ora gestito da Watsuki e Ruriko (in originale Watsuki veniva denotato col nome proprio, Akira, in Italiano col solo cognome…), due orfani che un tempo vivevano con lui e si avvede con orrore che i piccoli orfani hanno una grande venerazione per lui, ma siccome Naoto ha sempre interpretato un personaggio pubblico strafottente, negativo e violento gli stessi sognano di diventare bulli crudeli e violenti col prossimo per vendicarsi della società che li ha abbandonati.

Quando l’Uomo Tigre causò una serie di donazioni: il Tiger Mask Donation phenomenon

Naoto Date decide di “ripulire” la sua immagine pubblica diventando un wrestler “face”, ovvero buono, gentile e rispettoso delle regole, paladino del fair play e comunica a Tana delle Tigri che cesserà di inviare loro le decime richieste, dedicandole invece alla cura degli orfani del Giappone.

Tana delle Tigri organizzerà una serie di scontri contro i suoi più grandi campioni, istruiti segretamente per cercare di uccidere o menomare Naoto sul ring per punizione contro la sua ribellione e Naoto li sconfiggerà tutti uno per uno, fino a decidere di ritirarsi dopo aver, esausto fisicamente e psicologicamente, ucciso sul ring l’ultimo degli emissari nonché il leader del sindacato.

Un epilogo mostrerà che Naoto non riuscirà a godere della sua pensione a lungo: perderà la vita poco dopo, salvando un bambino da un incidente stradale, gettando in un vicino fosso il suo borsone col costume da wrestler per portare il suo segreto nella tomba.

Le “Donazioni dell’Uomo Tigre”

La notte di Natale del 2010 nella prefettura di Gunma, in Giappone, un anonimo lasciò 10 cartelle scolastiche di cuoio, le c.d. Randoseru davanti ad un orfanotrofio di Maebashi City.

Parliamo di 10 cartelle dal valore economico di 360 dollari circa al cambio: le randoseru sono cartelle di solida fattura costruite per servire per tutti gli anni della scuola primaria.

L’anonimo lasciò un biglietto firmato a nome dell’Uomo Tigre

“Per favore, usate queste cartelle per i bambini
– Firmato: Naoto Date”

La notizia ebbe una grande rilevanza nazionale, e la mattina di Capodanno, la settimana dopo, l’Uomo Tigre si rifece vivo nella prefettura di Kanagawa, all’orfanotrodio di Odawara, a 180 km dalla destinazione precedente. Questa volta donò sei cartelle col messaggio

“Questo è un dono per l’Anno Nuovo
– Firmato: Naoto Date”

Nel corso dei mesi e degli anni successivi il numero di donazioni si moltiplicò ed assieme all’Uomo Tigre altri personaggi della fantasia decisero di farsi vivi negli orfanotrofi e nelle scuole.

I Randoseru, da Kanko* from Nagasaki, JAPAN, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons

Sempre nel Capodanno del 2011 un Babbo Natale in Ritardo si palesò con sei cartelle e un biglietto in cui ricordava di avere anche lui un figlio a casa.

Ad Okinawa un uomo dal viso coperto da un casco lasciò tre cartelle un biglietto con scritto

“Da qualcuno che vi vuole bene: ora fate del vostro meglio!
– Firmato: Naoto Date”

Nella prefettura di Kanegawa un “Naoto Date” portò invece un sacco di giocattoli scusandosi di “Non aver potuto regalare cartelle”,  mentre un Uomo Tigre della città di Tottori lasciò un biglietto per pregare gli inservienti dell’orfanotrofio di spiegare ai bambini “come questo mondo non li abbia abbandonati per davvero”.

Nello stesso anno un donatore regalò cartelle e dolci ispirati alla leggenda di Momotaro, un orfanello trovato in una pesca gigante e allevato da due generosi contadini (un po’ come Superman nei fumetti) per diventare un grande eroe in grado di salvare il Giappone.

L’elenco non si fermò qui, ma tra i donatori apparvero anche Rocky Joe, anche lui orfano in una serie animata degli anni ’70 diventato un grande campione nella boxe (ma morto tragicamente per le conseguenze della demenza puglistica causata da anni di colpi alla testa) e nel 2020 personaggi moderni come Rei Ayanami il personaggio di Neon Genesis Evangelion e Inosuke lo spadaccino di Demon Slayer.

L’importanza dell’Uomo Tigre

In Giappone le donazioni ad enti di carità sono scarsamente deducibili dalle tasse e fino al momento in cui Naoto Date si è fatto avanti la cultura della donazione non aveva preso piede con la metà delle donazioni registrate in media rispetto agli USA.

Ma l’amore per gli anime è grande, e improvvisamente una serie animata dove un orfano ricorda le sue radici e decide di aiutare altri orfani è diventata il volano per aprire le porte della carità.

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