Ci segnalano il sito ilnavigatorecurioso.myblog.it, dove è stato pubblicato un curioso articolo secondo cui in Africa, e più precisamente in Angola, la Cina abbia fondato una enorme metropoli fantasma di casermoni socialisti, col nome di Nova Cidade do Kilamba. L’articolo poggia su un altro, piuttosto simile, del Daily Mail. Mischia espansionismo cinese, colonialismo in stile europeo e un progetto di incorporamento ed annientamento africano da parte della superpotenza asiatica.
Secondo l’articolo in italiano i cinesi intendono nell’ordine: acquistare latifondi, costruirci città, insediarci coloni, rendere schiave le popolazioni africane, mandandole in miniera a estrarre diamanti, prosciugare le risorse dell’Africa e vendere armi ai dittatori locali. A questo punto ci si chiede a quale paese venga in mente l’idea di insediare i propri abitanti in una nazione dove pianifica contemporaneamente di scatenare una guerra finalizzata al contrabbando di armi.
D’altro canto è anche vero che la Cina sta comprando davvero latifondi in Africa. Le cause vengono spiegate piuttosto bene in questo articolo di Repubblica del 2008.
Entro le frontiere della Repubblica Popolare vive oggi il 21% della popolazione mondiale ma la sua agricoltura ha solo il 9% delle terre arabili del pianeta. La scarsità di superficie coltivabile nasconde un altro vincolo, perfino più drammatico: la mancanza di acqua, aggravata da inquinamento e desertificazione. La Cina ha solo l’ 8% delle riserve di acqua potabile del pianeta; un terzo della superficie nazionale è fatta di deserti e le zone aride continuano a “rubare” territorio di anno in anno. Di qui il piano per partire alla conquista dei “granai del pianeta”. E’ una direttiva preparata dal ministero dell’ Agricoltura: Pechino spinge le grandi società agroalimentari cinesi a investire nell’ acquisizione di superfici coltivabili in tutto il mondo.
Le prime megalopoli cinesi in Angola risalgono al 2012. In questi anni sono state costruite migliaia di case, uffici, negozi, strade ed infrastrutture, rimaste tuttavia deserte. Si tratta di vere e proprie città pensate per ospitare milioni di persone che, in realtà, non hanno mai abitato nessuno per due semplici motivi:
Oggi la costruzione delle megalopoli si è praticamente fermata, proprio a causa dell’impossibilità di vendere gli appartamenti ai locali, ma il Governo Cinese spinge comunque gli investitori a costruire in Angola ed in Africa in generale, come noterete dalla mappa sottostante pubblicata su businness insider.
L’idea sarebbe quella di fare uno scambio con i vari stati africani. In poche parole, costruire queste città serve alla Cina, che ne trae un enorme vantaggio in termini di importazione di materie prime ed esportazione di prodotti finiti, mentre i Paesi Africani si trovano con città costruite e funzionanti (seppur svendendo le proprie materie prime).
Più complesso il discorso della “colonizzazione”. Secondo la BBC la Cina vorrebbe utilizzare l’Africa come stato satellite, stabilendo nel Continente Africano 300 milioni di persone entro i prossimi anni. Una sorta di colonizzazione già cominciata, attraverso investimenti quali ferrovie cinesi, potenziamento dei collegamenti aerei e, soprattutto, attraverso l’acquisto di terreno coltivabile. Questo è il sistema pensato da Pechino per affrontare meglio il problema della sovrappopolazione e della scarsità di risorse naturali.
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