PRECISAZIONI Il parcometro non ha il bancomat? Allora il parcheggio sulle strisce blu è gratis – bufale.net

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Se il parcometro non ha il bancomat, allora il parcheggio sulle strisce blu può non essere pagato. E’ una sentenza importante quella emessa dai giudici lo scorso 21 febbraio per un ricorso presentato da uno studio legale nei confronti del comune di Fondi, Latina. La corte, come riporta Repubblica, ha stabilito infatti che “in mancanza di dispositivi attrezzati col bancomat gli automobilisti potranno ritenersi autorizzati a parcheggiare gratis e senza il rischio di essere multati” sui parcheggi con le strisce blu.

In effetti, secondo quanto stabilito dalla legge di stabilità 2016, dal primo luglio dello scorso anno i parchimetri devono accettare pagamenti con bancomat e carte di credito, ma molti comuni in tutta Italia ancora non si sono adeguati alla norma. A Roma, per esempio, ancora non esistono parcometri con bancomat. Lo scorso settembre un praticante dello studio legale Martusciello si è ritrovato una multa per aver parcheggiato sulle strisce blu senza aver pagato il ticket, ma lui ha sostenuto di non aver potuto pagare perché il parcometro non accettava il bancomat e così ha presentato ricorso contro l’amministrazione del Comune di Fondi. Nei giorni scorsi è arrivata la sentenza: secondo i giudici i cittadini potranno non pagare se il bancomat non viene accettato dai parcometri.

Sostanzialmente corretta, ma cerchiamo comunque traccia della fonte indicata, La Repubblica, dal titolo decisamente più enigmatico di Niente ticket se il parcometro è senza bancomat. Sì, no, forse…

La tecnologia semplifica, la burocrazia complica. Non è una novità ma sempre più spesso i due sistemi si trovano all’opposizione. Prendiamo il caso dei parcometri. Possibile che ancora oggi in Italia ci sia bisogno delle monetine per avere il tagliando? Infatti no.
Una recente sentenza emessa dal giudice di pace – e con cui è stato accolto il ricorso presentato nei confronti del comune di Fondi – ha infatti stabilito che «in mancanza di dispositivi attrezzati col bancomat gli automobilisti potranno ritenersi autorizzati a parcheggiare gratis e senza il rischio di essere multati» sugli spazi a pagamento nelle strisce blu. Argomento chiuso, dunque? Nemmeno per idea.
Esiste, infatti, una norma fissata dalla legge di stabilità 2016 secondo la quale dal primo luglio dello scorso anno anche i dispositivi di controllo di durata della sosta, devono accettare i pagamenti con bancomat e carte di credito. La stessa legge di stabilità, però, ha modificato a norma sui micropagamenti prevedendo che “tale obbligo non trova applicazione nei casi di oggettiva impossibilità tecnica”.
Dunque, come al solito tutto e niente. Con tante soluzioni possibili. Come appunto quella del giudice di pace che qualche volta darà ragione agli automobilisti “ingiustamente” multati. A meno che l’amministrazione non dimostri (non si sa bene come) l’oggettiva impossibilità tecnica ad installare simili sistemi di pagamento. Vero finale all’italiana. Con buona pace della tecnologia e soprattutto della burocratica consuetudine di non decidere mai nulla.

La questione della oggettiva impossibilità tecnica si presenta come una vera e propria Spada di Damocle che noi già evidenziammo a luglio del 2016 aleggiare sull’intera questione.

Sostanzialmente, non è un jolly invincibile, difatti abbiamo una prima sentenza dove si è dimostrato che, ove l’impossibilità tecnica non vi è, l’automobilista ha diritto di rifiutare soluzioni low tech come il pagamento in spiccioli.

Ove l’impossibilità tecnica non vi sia, comunque. Il cui onere della prova spetta alla pubblica amministrazione.

In un caso concreto, avvenuto a Fondi (Latina), tale prova non è stata ottenuta.

In altre situazioni? Evidenziammo nella nostra passata guida utile come la mancanza di infrastrutture wireless, cablaggi insufficienti ed altre cause ostative all’instaurazione di una rete dati potrebbero essere considerate ragioni sufficienti per ripiombare, sotto gli auspici della legge, il pagamento parcheggi all’era a bassa tecnologia del parchimetro e del vigile (nella tradizione anni ’50 della meter maid americana, la vigilessa severa e col mazzetto di chiavi per controllare i parchimetri e staccare multe).

Non possiamo che, ricordando come in Italia le sentenze non costituiscono precedente vincolante ma sono ognuna relativa ad una storia a sé, riportarci al pensiero di Valerio Berruti: talvolta l’automobilista riuscirà a vincere il ricorso, talvolta sarà messo di fronte alla “inevitabile esigenza tecnica ostativa”.

L’unica soluzione è fare in modo che, finalmente, la tecnologia raggiunga le aspettative del pubblico e del legislatore.

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