Categorie: Precisazioni

PRECISAZIONI Marocchino esulta a scuola per stragi Bruxelles: è figlio di un terrorista

Ci segnalano il seguente articolo, targato Voxnews e relativo agli avvenimenti di Cremona:

Dice ai compagni di classe di essere contento per la strage islamica di Bruxelles e, uscendo in corridoio, ha arrotolato un quaderno simulando di sparare colpi di mitra. Un recidivo, perché già ai tempi degli attentati del 13 novembre a Parigi aveva manifestato idee di questo tipo, ricevendo un ‘richiamo verbale’ dai professori.

Questa volta, lo studente marocchino di seconda generazione (Ius Soli subito!) è stato sospeso dall’istituto, una scuola media di Cremona. Sui fatti indagherà anche la Digos, in quanto il ragazzo risulta figlio di uno degli indagati in un’inchiesta del 2002 sul terrorismo di matrice islamica a Cremona.

I figli dei terroristi a scuola. Questo si, che è arricchimento culturale. Ma il problema non sono i pochi ‘onesti’ che dicono quello che pensano, sono le migliaia che in silenzio godono, e si preparano a sgozzare il compagno di banco italiano.

Gli eventi, al netto delle valutazioni personali sulle presunte migliaia di sgozzatori anonimi e che, come tali, lasciano il tempo che trovano, si sono effettivamente svolti come descritti.

Salvo qualche aggiunta priva di fonte, sulla quale non possiamo che interrogarci.

Il Corriere della Sera, edizione di Milano ed il Fatto Quotidiano infatti si sono ampiamente pronunciati sulla notizia, rendendo dei responsi simili ma non del tutto collimanti. Il Corriere infatti ci narra che

Secondo le testimonianze dei compagni di classe, il ragazzo sarebbe poi uscito dall’aula e sarebbe andato in corridoio con un quadernone arrotolato a mo’ di mitra, fingendo di sparare. L’episodio non è sfuggito agli occhi dei professori, che hanno convocato immediatamente il ragazzino in presidenza. Da lì la decisione della sospensione da scuola. Il ragazzo non è nuovo a episodi di questo genere: in occasione dell’attentato di Parigi del 13 novembre 2015 aveva già mostrato episodi di gioia verso gli attacchi terroristici, ma allora era stato soltanto richiamato verbalmente e i genitori convocati dalla preside.

Del caso si sta occupando la Digos di Cremona, che giovedì mattina ha sentito la dirigente scolastica. Lo studente sarebbe parente stretto di uno degli indagati nell’ambito di un’inchiesta del 2002 sul terrorismo di matrice islamica, con radici a Cremona. Una seconda generazione di islamici che torna a farsi sentire in città e che preoccupa i sistemi di sicurezza. Intanto, l’allerta resta ancora alta a Cremona, dove sono stati potenziati i controlli delle forze dell’ordine nelle zone attorno agli obiettivi sensibili, tra cui naturalmente il Duomo, il Torrazzo e la stazione ferroviaria.

Mentre il Fatto Quotidiano precisa ulteriormente come

Il giovane, durante le ore di lezione, secondo quanto hanno raccontato i suoi compagni di classe, è uscito dall’aula, e nel corridoio ha appallottolato un grande quaderno e ha mimato un mitragliatore, come a sparare.

Un atteggiamento che non è passato inosservato, alla luce di quanto successo poche ora prima in Belgio. Subito sono stati avvisati da alcuni professori i vertici della scuola e, conseguentemente, la preside ha optato per la sospensione dalla scuola del ragazzo. La dirigente, contattata da ilfattoquotidiano.it non conferma né smentisce l’accaduto. L’episodio tuttavia è stato confermato dal coordinatore di classe.

Secondo quanto si apprende il ragazzo aveva tenuto un atteggiamento simile in occasione degli attentati di Parigi del 13 novembre. In quel caso lo studente fu sanzionato solo con un richiamo, anche se i genitori furono convocati dal preside. Sulla vicenda resta alta l’attenzione della Digos di Cremona anche perché il giovane è il nipote di uno degli indagati in un’inchiesta del 2002 sul rischio attentati di matrice terroristica al duomo.

Il quadro è chiaro: il giovane, con gesto evidentemente deprecabile e degno di sanzione, si è recato in corridoio mimando un mitra di carta a imitazione la tragedia di cui aveva sentito, meritandosi evidentemente una sospensione (che si spera ottenga l’effetto educativo giustamente desiderato dal corpo insegnanti). La sospensione è stata ulteriomente resa necessaria dal fatto che un precedente richiamo presso i genitori evidentemente non aveva sortito effetto.

Seguiranno delle indagini, motivate dal fatto che un parente, descritto dal Fatto Quotidiano come uno zio (senza specificarne il grado), quattordici anni fa fu indagato in merito ad un attentato di matrice terroristica.

Sfugge al lettore quindi la parte evidenziata in grassetto nel testo indicatoci: quale fonte ha consentito, nell’articolo, di identificare il parente nel padre del ragazzo, persona nella narrativa delle due testate nazionali che per prime hanno dato la notizia identificata come distinta dal parente stretto (uno zio, secondo il Fatto)?

Tale dubbio si potrebbe dire è anche più legittimo e dirimente delle valutazioni ad esso seguite.

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