NOTIZIA VERA Diop: Io nero e fascista, voglio un confronto con Bello Figo

La storia inizia il 1° dicembre, quando lo youtuber e rapper ghanese Bello FiGo Swag viene invitato dal programma di Rete 4 “Dalla vostra parte” per un confronto diretto con Alessandra Mussolini, Roberto Poletti, Rosa Maria Di Giorgi e una delegazione di abitanti di Rosarno. Rosarno è la città in cui a ottobre “un gruppo di cittadini disoccupati e senza casa ha occupato […] i moduli abitativi della Betom Medma, ex cementificio confiscato alla cosca Bellocco della ‘ndrangheta, destinati all’accoglienza di migranti”, come riporta l’articolo “Migranti: protesta dei cittadini a Rosarno” dell’Ansa.

Le canzoni di Bello FiGo sono una provocazione diretta e cruda: conferma con strafottenza le paure di molti italiani, diventa l’immagine dell’africano che ci ruba il lavoro e chiede il wi-fi. Si tratta di una satira che può non piacere, esattamente come quella di Martina Dell’Ombra di cui Bufale.net ha già parlato: ma questo è, satira.

Nessuno nel programma condotto da Maurizio Belpietro ha capito invece come stessero davvero le cose, ed è partita un’ondata di indignazione che è stata poi ridicolizzata da diverse testate. Una su tutte, Il Corriere della Sera in “Il fraintendimento dei testi satirici del rapper ghanese Bello FiGo“.

Passando al senegalese Paolo Diop.

“Si chiama Paolo Diop. E’ di macerata. Ha origini senegalesi. Vuole un confronto con Bello Figo. Ama ripetere: “Sono nero, per cui chiamatemi nero, non dite che sono di colore. Sono fascista, milito in CasaPound e mi piace Matteo Salvini”. Stamattina su Radio Cusano Campus ha ‘chiamato’ Bello Figo: “Voglio un confronto con lui, deve smetterla di prendere in giro gli italiani”.

Paolo Diop vuole un confronto con BelloFigo: “Mi ha fatto arrabbiare, è assurdo che diano spazio a personaggi del genere. Lui ha fatto una canzone in cui insulta gli italiani e questa cosa non mi è andata proprio giù. Non tutti possono avere la capacità di capire che è un provocatore, e poi c’è un limite a tutto. Questo è un periodo difficile per il popolo italiano, non mi sembra corretto prendere in giro gli italiani in questa maniera. Io voglio un confronto con BelloFigo, Gli voglio dire di smetterla, di lasciar perdere, perché rovina i rapporti con gli italiani e rovina anche gli africani. Uno che vede un africano che si comporta in una certa maniera potrebbe pensare che tutti gli italiani siano stupidi. Diano a me la possibilità di parlare. Io sono nero, fascista e milito in CasaPound. Bellofigo è un motivo di imbarazzo per gli africani. Non è rispettoso nei confronti del popolo italiano”.
Paolo Diop è un fiume in piena contro BelloFigo: “Non è bello, solo per la fama, prendere in giro un popolo che sta ospitando migliaia e migliaia di persone. E poi purtroppo è vero che i profughi non fanno niente, che dalla mattina alla sera stanno in giro senza far nulla. La mentalità per gli africani di venire in Italia e di pensare che qui ci sia già tutto è innata. Se in Africa arrivassero le canzoni di BelloFigo sicuramente gli africani si affretterebbero ancor di più a voler partire””.

Così riporta un articolo di Unicusano Tag 24, confermato dalla registrazione dell’intervista rilasciata a Radio Cusano Campus, due canali di informazione online dell’Ateneo Niccolò Cusano.
Ma chi è Diop? Paolo Diop è un ragazzo di 29 anni residente a Macerata. Si era candidato come consigliere per le elezioni comunali di Macerata nel 2015 per la lista civica “Sovranità – Prima gli italiani“, che appoggiava la candidata Deborah Pantana. Un’altra intervista video a Diop è stata fatta sempre da Il corriere della sera: “Il senegalese leghista: «Ruspiamo via tutto»“.

A chiusura dell’intervista, Diop aggiunge: “Come la satira, tutto ha un limite. Ci siamo arrabbiati tanto quando i francesi hanno fatto le vignette dopo il terremoto, credo si possa paragonare a quello. Nel senso che tutto ha un limite, si può scherzare, ci si può prendere in giro, però non così. C’è gente che pensa che lui faccia sul serio. Naturalmente lui scherza e prende in giro i “luoghi comuni”; però sbaglia, lo fa in modo sbagliato e soprattutto volgare“.

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