Categorie: Notizia Vera

NOTIZIA VERA Chiedeva i soldi per i poveri, ma li usava per cocaina, prostituti, orgie e hotel: indagato Don Euro

Ci segnalano questa notizia pubblicata il 12 Novembre 2016 su Riscatto Nazionale:

Gli inquirenti hanno sequestrato venticinquemila euro da un conto corrente personale di don Luca Morini, conosciuto da tutti come don Euro. Secondo la procura e i carabinieri del nuclei investigativo e operativo, quei soldi sono provento di reati a danno di alcuni parrocchiani che il prelato aveva avvicinato. In pratica di truffe.

Invece di aiutare i poveri come prometteva, per l’accusa organizzava festini a luci rosse in hotel di lusso. Don Morini non ha saputo spiegare come mai avesse una cifra del genere e così è scattato il provvedimento su richiesta del pm Alessandra Conforti, accordato dal gip Antonia Aracri. La difesa del prete potrà chiedere lo scongelamento dei venticinquemila euro al riesame di Genova. Passerà del tempo, però.

Ma perché gli inquirenti sono convinti che quella somma sia stata sottratta con una serie di raggiri ai fedeli che il don andava a trovare casa per casa? Sono stati loro a presentarsi in caserma e a raccontare quello che era successo. E a spiegare ai militari del nucleo investigativo quanto denaro avevano dato al religioso e soprattutto con quale motivazione.

L’impressione è che quei venticinquemila euro siano soltanto una parte dell’intero ammontare portato via ai parrocchiani con l’inganno. Perché in quel conto corrente ci sono altri soldi e forse non tutti hanno denunciato il raggiro. Probabilmente perchè si vergognano. Insomma, l’indagine va avanti con la speranza che si siano altre persone disposte a collaborare con la procura.

A fine maggio i militari hanno perquisito l’abitazione di don Morini. E in quell’occasione hanno portato via diversi documenti, tra cui carte che attestavano operazioni bancarie. Dagli approfondimenti sono emerse le incongruenze che aveva denunciato chi si sentiva truffato dal religioso. Erano stati sequestrati diversi documenti cartacei mentre non erano stati trovati né computer, né dischi di memoria esterni. Dopo la perquisizione, il prelato aveva raggiunto la caserma dei carabinieri con il suo legale.

Ed era stato interrogato a lungo. A distanza di poco più di cinque mesi gli inquirenti hanno chiesto il sequestro della somma che sono sicuri sia frutto dei raggiri. Ma dal materiale trovato nell’abitazione emergono altri indizi, altro denaro entrato nella disponibilità di don Morini senza alcuna giustificazione. Ed è per questo che sono convinti che le denunce fatte siano ancora una minima parte di quelle che dovrebbero trovarsi sulla scrivania del sostituto procuratore Conforti.

La notizia di don Luca Morini (o per altri don Euro) è storia vecchia, datata febbraio 2016. Alcuni fedeli di Caniparola, Fossone, e Avenza nel Carrarese avevano denunciato il prelato per uso illecito delle donazioni.

Il Tirreno ne ha parlato:

La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta su Don Luca Morini, l’ex parroco di Caniparola, Fossone, e Avenza, chiamato dai propri parrocchiani con l’appellativo di don Euro per le sue pressanti richieste di contributi per le attività sociali della chiesa. Un anno fa l ’esplosione dello scandalo : foto, video e dichiarazioni scottanti da parte di un trentaquattrenne gigolò napoletano. «Ho avuto rapporti sessuali con lui, si spacciava per magistrato ma un giorno ho scoperto che era un prete. Faceva la bella vita in hotel e ristoranti di lusso: spendeva migliaia di euro, dei fedeli?».

Anche Il Secolo XIX:

È arrivato persino a vendere l’acqua “benedetta” alle anziane fedeli spacciandola per proveniente da Lourdes o Medjugorje e recuperare soldi. Insieme alle donazioni dei suoi parrocchiani, quel denaro gli serviva per agganciare compagnie a pagamento e trascorrere ore liete lontane anni luce dall’Eucarestia: escort maschili, conti da capogiro nei ristoranti e alberghi più “in” di Napoli, Roma e Barcellona, corredate all’occorrenza da sniffate di cocaina. Non guardava in faccia a nessuno, don Euro, come lo avevano ribattezzato i suoi parrocchiani tra Avenza, Fossone, Montignoso, in provincia di Massa Carrara.

Al momento le indagini sono ancora in corso e come riporta La Nazione, sono stati sequestrati € 25.000 dal conto di “don Euro”, perché considerati di provenienza illecita. Qui in basso, uno stralcio dell’articolo scritto.

Ora nelle pieghe dell’indagine partita nei mesi scorsi, i carabinieri hanno sequestrato dal conto del parroco 25mila euro considerati di «provenienza illecita», ovvero frutto delle offerte donate dai parrochiani di Caniparola. Provvedimento scattato proprio dopo la testimonianza di alcuni fedeli: ai carabinieri hanno raccontato, così come avevano fatto altri tempo fa, come il prete chiedesse un’offerta in denaro per interventi alla chiesa o per opere di carità e solidarietà.

In conclusione, è possibile confermare la notizia come vera.

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