Disinformazione

“Non tutti i verbali del CTS sono stati desecretati”, il lockdown, i manuali dei ventilatori e altri misteri… che misteri non sono

Ci eravamo promessi di non tornare più sull’argomento de i verbali del CTS sono stati descretati. Del resto, due articoli ritenevamo bastassero.

Ma complice anche un censurabile approccio di una certa stampa che ha tuonato al mistero dei verbali mancanti, anche nei nostri commenti si sono affollate domande in tal senso.

Premessa: useremo due tag. Disinformazione e approfondimento. Alcuni dei dubbi sono, semplicemente dubbi da approfondire (vedasi ventilatori). Altri, casi di disinformazione (vedasi secretazione). È lapalissiano, e demandato all’intelligenza del lettore, quali.

Ma la risposta è semplice: in quale caso un ente al quale viene richiesto qualcosa non consegna tutto il materiale?

I verbali del CTS sono stati desecretati su richiesta: quelli non ancora desecretati non erano (ancora) stati richiesti

Riporta Rocco Todero, per la Fondazione.

Semplicemente i verbali sono come le ciliege: i verbali richiesti naturalmente fanno riferimento ad ulteriore documentazione, che quindi è interesse chiedere, e richieste successive sono e saranno valutate.

Ovviamente, nonostante in Italia come abbiamo ricordato altre volte non esista niente di paragonabile alla dottrina anglosassone del precedente vincolante, e ogni sentenza quindi è un caso a sé, dalla lettura degli atti processuali relativi alla travagliata vicenda processuale pregressa possiamo desumere il fumus boni iuris (in legalese, l’ipotesi ben più che fondata…) dell’esistenza di un interesse qualificato del cittadino ad avere accesso a quegli atti.

Il simile consegue al simile: se il Governo ha prontamente fornito, terminando la citata controversia, i verbali del CTS richiesti, non vediamo alcuna ragione perché richieste successive non siano parimenti ammesse.

Il mistero non è un mistero.

Dai verbali del CTS si desume che il lockdown è stato una decisione politica e non del CTS

Ni, ma più verso il no.

Effettivamente, leggendo il verbale della seduta del 7 Maggio, immediatamente precedente al DPCM istitutivo del Lockdown, si legge

Viene per tanto condiviso di definire due “livelli” di misure di contenimento da applicarsi: a) l’uno, nei territori in cui si è osservata ad oggi maggiore diffusione del virus; b) l’altro, sull’intero territorio nazionale

Ma si legge anche

Tenuto conto che quanto più le misure di contenimento sono stringenti tanto più ci si attende una maggiore efficacia nella prevenzione della diffusione del contagio

Praticamente, l’equivalente tecnico-scientifico dell’ormai celebre invito Filini, facci lei! col suggerimento che più draconiane sarebbero stato le misure, più efficace sarebbe stato l’appiattimento della curva.

E come sappiamo, le cose sarebbero andate meglio, se non fosse stato per il fatto che già nella serata dell’otto Maggio erano state divulgate bozze avanzate del DPCM stesso con conseguenti fughe dalle zone rosse alle zone non ancora sottoposte a lockdown.

Il “mistero buffo” del ventilatore con istruzioni cinesi

Alcune testate, con una malcelata ilarità, hanno titolato all’assurdità di alcuni punti del verbale.

Ad esempio, al fatto che il verbale nr. 49 riporti tra l’esame di strumenti medici la frase

la documentazione del verbale flight 60 è tutta in lingua cinese e pertanto non è possibile esprimere alcun giudizio

Ipotizzando che non si ha avuto la capacità o la voglia di far tradurre dal cinese la documentazione relativa ad un ventilatore. 

Ma in realtà, leggendo i verbali precedenti, scopriamo che durante le riunioni la rispondenza della documentazione ai criteri stabiliti per la presentazione della stessa era essa stessa un criterio.

Nel verbale numero 39 ad esempio compaiono numerosi strumenti scartati per insufficienza della documentazione fornita: ad esempio con brochure commerciali (verosimilmente quelle destinate agli operatori di mercato) al posto delle richieste specifiche tecniche.

Tenete conto che per buona parte della fase 1 in Italia vi era scarsità di strumenti tecnici, dai semplici strumenti di protezione individuale ai ventilatori.

Bisognava procurarseli in fretta, e rispondenti a precise statistiche.

Parimenti ingenerosa è la critica relativa alla presenza di consigli da dare ai bambini, ai giovani ed ai soggetti a rischio, liquidati come

Esperti che suggeriscono di lavare i bambini, di dare a loro una merenda, di raccontare le favole.

Francamente, parliamone tra noi: da dove pensate siano uscite le martellanti Pubblicità Progresso che nel periodo del lockdown fornivano buone pratiche al cittadino inevitabilmente confuso da una situazione emergenziale del genere che non vedevamo da un secolo circa?

Ci sono molti punti che l’arrivo di nuove richieste di verbali riusciranno a chiarire: chiedersi perché scartare strumenti medici privi di documentazione tecnica o perché il CTS si sia occupato anche di indirizzare il Governo alla comunicazione verso il cittadino non sono tra questi. Anche perché entrambe le cose erano attribuzione del CTS.

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