Il caso di Alfredo Mascheroni et similia, è risaputo, non ha ancora fatto scuola: se un contatto invia una segnalazione su Messenger o WhatsApp allegando una foto di una persona sconosciuta, anziché verificare il popolo di Internet inoltra a tutti il messaggio, e la diffamazione è servita. Oggi ci segnalano un nuovo caso:
Sorvoliamo, come sempre, sull’abuso perpetrato alla lingua italiana nella fretta di diffondere un messaggio privo di fondamento. La catena, a quanto pare, è arrivata anche all’attenzione del diretto interessato perché sul suo profilo Facebook troviamo numerosi post nei quali smentisce le accuse che il popolo del web ha deciso di indirizzargli:
Ancora, alcuni suoi contatti hanno postato sulla sua bacheca un messaggio di solidarietà e un invito a non diffondere messaggi di cui non si hanno le prove:
Sulla pagina Facebook Informazione Oristano, inoltre, fanno sapere (come nello screenshot dell’ultimo messaggio che abbiamo riportato) che la segnalazione verrà riportata alle autorità. È il caso, dunque, di dire ai vostri contatti che le fosse son gravide di segnalazioni infondate: l’obbedienza passiva deve cessare una volta per tutte. Spieghiamo a tutti, e fatelo con noi, che alle parole “fai girare” non è necessario obbedire per forza di cose, perché ciò si denuncia sul web senza prove potrebbe tornare indietro come un reato di diffamazione.
A tal proposito vi rimandiamo alla nostra guida utile sui profili legali della bufala, a questo link.
Ora, smettete tutti di assecondare le richieste di chi vi scrive. Ogni azione compiuta sui social porta a delle responsabilità. Sempre.
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