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No, non è vero che un gorilla ha restituito una bambina a sua madre

Siete stati in tanti a segnalarci questo video divenuto virale sulle principali piattaforme in sole 48 ore. Effettivamente, era facile che toccasse il cuore di tutti noi un atto così umano dal mondo animale: un gorilla che porge con delicatezza una bambina alla madre, davanti a una recinzione del Franklin Park Zoo. La donna resta calma, l’animale sembra consapevole, quasi empatico. Il web si è commosso. Peccato che sia tutto falso.

No, non è vero che un gorilla ha restituito una bambina a sua madre

A una prima occhiata, ciò che colpisce è il sangue freddo della madre: anche la persona più zen avrebbe almeno sbiancato. Ma qui nessuna reazione: tutto appare fin troppo composto in attesa che il gorilla le riconsegni la piccolina al di là della recinzione.

No, non è vero che un gorilla ha restituito una bambina a sua madre

E anche qui, basta un colpo d’occhio: i recinti per i gorilla sono progettati con fossati, barriere alte e vetri di sicurezza. Una staccionata bassa, senza alcun tipo di barriera secondaria, sarebbe impensabile in uno zoo certificato come quello di Boston.

Ma i dettagli che non tornano non sono finiti.

Se guardate attentamente, quando bambina e gorilla camminano, le loro ombre scompaiono sotto i piedi, facendoli apparire sospesi nel vuoto: è il tipico effetto di shadow inconsistency ,un errore visivo tipico dei video generati con intelligenza artificiale o computer grafica, in cui le ombre risultano assenti, mal orientate o incoerenti con la luce della scena.

Infine, nel momento in cui il gorilla porge la bambina, la mano della madre mostra solo tre dita e un pollice, rigidi e immobili, mentre le mani dei due personaggi si intrecciano in modo innaturale, con le dita del gorilla che attraversano il corpo della donna. Si tratta di un chiaro esempio di clipping, un artefatto tipico dei video generati con intelligenza artificiale o CGI, che si verifica quando i modelli 3D si sovrappongono senza una corretta gestione delle collisioni fisiche.

Last but not least, l’ultimo dettaglio inquietante – la testa della bambina appare ruotata in modo innaturale, come se guardasse nella direzione opposta rispetto al corpo, quando la madre la prende finalmente in braccio. I lineamenti del volto sembrano deformati.

Parliamo infine della testata: la chiara scritta aivideosarg. Più artificiale di così, non si può.

L’origine del video? Dichiaratamente artificiale

Per vederci chiaro, abbiamo effettuato una ricerca inversa per immagini e il risultato è stato inequivocabile: il video è stato caricato il 29 giugno 2025 sul canale YouTube “AI-Videos-Arg”, con il titolo “Zoo Gorilla Gives Baby Back To Mother”.
Già nella descrizione viene specificato che il contenuto è stato creato con intelligenza artificiale, accompagnato dal marchio Google AI.
E non è tutto: nella sezione “Informazioni” del canale si legge che tutti i video pubblicati sono generati artificialmente. Scorrendo tra i contenuti si trovano infatti molte altre “scene emozionanti”, tutte rigorosamente finte.

A conferma di quanto già evidente, abbiamo sottoposto il video a un’analisi tecnica con Hive, uno strumento professionale per il rilevamento di deepfake: il risultato? 99,4% di probabilità che sia stato generato con AI. Una cifra che lascia poco spazio ai dubbi.

Infine, basta un controllo incrociato per fugare ogni residua incertezza: nessun media affidabile ha riportato il presunto evento. Nessuna testata locale (come NBC Boston), nessun comunicato ufficiale dello zoo, nessun riferimento su agenzie stampa come AP o Reuters.

E questo è significativo: un episodio simile, se reale, sarebbe stato ovunque.

L’episodio più simile risale a 4 anni fa, sempre nel Franklin Zoo, dove una madre si stupì nell’essere accostata, dietro un vetro, da una madre gorilla che sembrava incuriosita dal vedere un altro nucleo familiare, osservando la madre umana con bambino avvicinandosi col suo cucciolo.

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