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No, non è vero che la tastiera QWERTY serve per rallentare i dattilografi

Una delle più diffuse false credenze sulla tastiera QWERTY, il sistema più usato per macchine da scrivere e tastiere, è un aneddoto secondo cui il suo inventore voleva “rallentare i dattilografi troppo veloci” perchè essi erano arrivati ad un livello di rapidità tale da fare “incrociare” i martelletti delle macchine da scrivere bloccandoli.

No, non è vero che la tastiera QWERTY serve per rallentare i dattilografi – By Martin Howard – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=146828235

In realtà lo scopo che Christopher Latham Sholes e il meccanico Carlos S. Glidden volevano ottenere era l’esatto opposto: massimizzare l’ergonomia e la rapidità di scrittura.

No, non è vero che la tastiera QWERTY serve per rallentare i dattilografi

Il giornalista americano Christopher Latham Sholes arrivò nel 1868, a brevettare la prima macchina da scrivere così come la conosciamo: lui e Gidden venivano dall’esperienza di strumenti come il Cembalo Scrivano, nati per consentire ai non vedenti di imprimere segni sulla carta (“Ridestando i ciechi ai rapporti della vita”).

Ma Sholes era un giornalista normodotato e, un po’ egoisticamente (ma non in senso negativo) si rivolse alla sua cerchia sociale, cercando uno strumento che i giornalisti come lui potessero usare per scrivere agevolmente su carta.

Sholes si rese sì conto che una tastiera sistemata in modo arbitrario avrebbe causato errori e potenziali inceppamenti, ma la soluzione che con l’ausilio di Glidden e altri trovò non fu rallentare la battitura, ma applicare lo studio dei bigrammi ad un lavoro durato 5 anni.

Tastiera Apple italiana con layout QZERTY, fonte eBay

Ponendo i bigrammi più usati in modo che le lettere più usate consecutivamente nell’alfabeto inglese fossero scritte da due mani potè quindi creare un sistema in cui l’esperto dattilografo non solo potesse battere “alla cieca”, quindi tenendo gli occhi sulla carta mentre le mani identificavano a memoria i tasti, ma mentre la mano destra batteva uno dei caratteri la sinistra fosse già pronta sul tasto per imprimere il segno successivo e così via, in una costante alternanza che avrebbe aumentato la rapidità di battitura.

Dalla Remington 2 del 1878 ad oggi molti tentativi sono stati fatti per migliorare la rapidità di battitura di tastiere e macchine da scrivere, ma nessuno ha superato l’utilizzo del layout QWERTY, sia per la sua praticità che per il fatto che vi sono ormai generazioni di dattilografi e utenti di computer addestrati all’uso del layout creato da Sholes.

Alcune evoluzioni evidenti sono però state create coi processi della tecnica: le macchine da scrivere meccaniche vintage difettano sovente del tasto 1 (può essere sostituito nell’uso dalla l minuscola, risparmiando un martelletto) e i layout italiani di alcune macchine da scrivere e tastiere presentano il QZERTY come alternativa al QWERTY per venire incontro alle differenze linguistiche tra Inglese ed Italiano, ma perlopiù alla fine ha prevalso il QWERTY.

Non per rallentare, ma al contrario per velocizzare.

 

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