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No, non è vero che il Ministro della Cultura ha confuso Josip Tito con Vespasiano

Ci segnalano i nostri contatti un post X che riporta la notizia per cui l’attuale ministro della cultura Alessandro Giuli avrebbe “chiesto al Sindaco di Roma di cambiare il nome di via “Tito” adducendo che l’ex dittatore jugoslavo non lo merita”

No, non è vero che il Ministro della Cultura ha confuso Josip Tito con Vespasiano

In realtà questo evento non è mai accaduto: la storia riguarda invece un altro personaggio politico: Francesco Giubilei, allora consigliere del ministro della Cultura Sangiuliano, che però in un post successivo dichiarò riferirsialle numerose vie che purtroppo esistono in Italia dedicate al dittatore Josip Tito

No, non è vero che il Ministro della Cultura ha confuso Josip Tito con Vespasiano

Siamo nel 2022, e il sindaco di Roma Gualtieri aveva da poco pubblicato l’intitolazione di un’area verde nel Sesto Muncipio a Giorgio Almirante, tra i fondatori del Movimento sociale italiano (MSI). Francesco Giubilei rispose prontamente

Dice Gualtieri che a Roma non verrà intitolata un’area verde ad Almirante perché la toponomastica è ‘competenza del comune’. Anche pulire la città, risolvere il problema trasporti e dei cinghiali compete al comune ma se lo è dimenticato. A proposito: quando eliminiamo via Tito?

Per poi cancellare il post X (all’epoca: Tweet) originale, rendendosi conto che esso si prestava per la sua formulazione ad evidenti fraintendimenti e sostiuirlo col successivo

La via Tito di Roma è dedicata all’imperatore romano, il riferimento è alle numerose vie che purtroppo esistono in Italia dedicate al dittatore Josip Tito. Se non si può dedicare una via ad Almirante perché a Tito sì?

Arricchito di un collegamento ad una pagina internet con un “sondaggio” sulle “vie Tito in Italia“, va ammesso col problema evidente che neppure l’articolista si dichiarava in grado di distinguere dettagliatamente tra le vie dedicate a Vespasiano e quelle dedicate a Josip Broz, contando comunque cinque vie esplicitamente “Titine” e alcune che “potrebbero esserle” in quanto dedicate genericamente “A Tito” ma poste vicino a vie dedicate a personaggi della storia comunista e/o bolscevica.

Comunque, la controversia è di tre anni fa, e non riguarda l’attuale ministro della cultura.

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