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Negazionista Covid ricoverato e pentito: “Ero cieco, nulla di inventato nelle immagini TV”

La storia del negazionista Covid pentito fa scuola e ci regala una testimonianza autentica, che non potevamo certo ignorare. Una vicenda che richiede un approfondimento, perché abbiamo avuto modo di osservare che l’uomo di Fano abbia effettivamente contattato alcune testate, con una presa di posizione in antitesi rispetto a quella singolare e goffa dei kiwi positivi ai test rapidi trattata di recente. Uno di quei documenti da parte dei negazionisti che mostrano tutta l’incapacità di affrontare l’argomento Covid in modo obiettivo e serio.

Cosa ha raccontato il negazionista Covid ricoverato

La vicenda è stata raccontata da Il Resto del Carlino, che afferma di essere stato contattato in redazione dal diretto interessato. Un apprezzabile passo indietro da parte di colui che, sul web, è stato immediatamente etichettato come “negazionista pentito”. Al di là di alcune idee non consone alla realtà sul Covid, maturate nei mesi scorsi, qualsiasi passo indietro (seppur dovuto ad una polmonite bilaterale che ne ha consigliato il ricovero) va apprezzato senza se e senza ma. Questo quanto affermato dall’uomo:

“Volevo anche dire che sul Covid-19 non avevo capito niente o non volevo capire niente. Rifiutavo inconsciamente l’idea che la pandemia fosse grave, minimizzavo culturalmente l’ emergenza sanitaria. Appena arrivato in ospedale, prima ancora di andare in camera, ho visto passare davanti a me 7 codici rossi per covid, cioè sette persone gravissime che avevano la precedenza. Lì, in quel momento, mi sono detto che ero stato fuori dal mondo, cieco di fronte alla realtà. Forse è anche brutto dirlo e nemmeno giusto ma per rendersi conto davvero su ciò che stiamo vivendo, bisogna passarci. Ho visto che non c’era nulla di inventato in quelle immagini televisive degli ospedali stracolmi, delle terapie intensive al collasso, degli ospedali da campo, della gente che muore”.

Si potrebbe aggiungere che il caso del negazionista pentito di Fano non sia certo il primo che va in questa direzione. Tante persone che sottovalutavano il Covid, infatti, hanno cambiato opinione solo nel momento in cui sono state costrette ad affrontare faccia a faccia il virus. La fonte ha fatto il nome dell’uomo, che evidentemente non ha alcun timore di palesarsi al grande pubblico affinché il suo messaggio possa arrivare chiaramente a chi ancora minimizza la questione. Noi, pur menzionandola, abbiamo preferito evitare usando un’immagine da repertorio.

Ciò che conta, in questo frangente, è l’autenticità della storia del negazionista Covid, che non ha problemi ad ammettere la precedente ed erronea negazione del pericolo Coronavirus, più che del virus in sé. Vedremo se basterà per smuovere coscienze.

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