Un vecchio post (chiamarlo “articolo” non è carino nei confronti dei veri articoli) pubblicato il 23 febbraio 2019 su Adesso Basta si presenta ancora oggi, di bacheca in bacheca, con un titolo che pare presagire un’ondata famelica di immigrati pronti a mettere a ferro e fuoco il Belpaese per conquistare il potere. Si parla di movimento Cara Italia.
In primo luogo è bene porre in chiaro che Cara Italia si pone diversi obiettivi e in nessuno di essi si parla di promessa di guerriglia. Per avere una panoramica orientativa sulla mission di Cara Italia è sufficiente consultare la scheda Chi Siamo sul sito ufficiale.
In poche parole si parla di diritti, contrasto al razzismo e all’intolleranza, accoglienza e possibilità di una cittadinanza attiva, e la parola “lotta” è declinata nella semplice accezione della lotta politica, non armata.
Nella breve descrizione presente tra le informazioni sulla pagina Facebook ufficiale leggiamo:
L’ITALIA È DI CHI LA AMA, E NOI AMIAMO L’ITALIA
Cara Italia è amore. Basta odio! Basta divisioni!
Cara Italia è un movimento che ha come protagonisti gli immigrati e gli italiani che condividono gli stessi valori, e che lavorano INSIEME contro il razzismo e tutte le altre forme di discriminazione.
È un movimento di gente che ama l’Italia, e che lotta per l’Italia pienamente multiculturale, multireligiosa, capace d’integrare, inclusiva, e libera, dove regna la giustizia e il rispetto dei diritti umani, indiscriminatamente.
È un movimento mette al centro la persona umana che deve essere trattata in modo rispettoso e dignitoso.
L’interpretazione distorta da Adesso Basta arriva dal programma del movimento politico di Stephan Ogongo:
Cara Italia combatterà con tutti i mezzi legali l’ondata razzista che sta attraversando il paese.
È un movimento che porterà avanti una lotta senza quartiere per i diritti e uno spazio politico per gli immigrati, i nuovi cittadini e gli immigrati della seconda generazione.
Nessuna minaccia di guerriglia, dunque: Cara Italia è un movimento che aspira a diventare partito, il primo come rappresentanza dei migranti presenti in Italia. Cercare un pretesto per proporre la notizia come una minaccia ai quartieri italiani con azioni di guerriglia, inevitabilmente, significa fare disinformazione.
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