Verissimo. L’accordo di Malta che era stato abbozzato da Italia, Francia, Germania, Malta e Finlandia non ha trovato consenso di altri Stati che erano a Lussemburgo l’8 ottobre al Consiglio degli Affari Interni. Secondo le aspettative di Francia e Germania c’era la reale possibilità che almeno una decina di Paesi dessero il proprio benestare. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, Guido Bolaffi aveva già pronosticato un esito negativo della seduta lussemburghese.
«La redistribuzione vera dei migranti in Europa la produce il mercato del lavoro ma non certo un accordo tra Stati membri e non ha senso parlare di sanzioni contro chi si rifiuta ad accogliere quote di migranti per un tema che resta fuori dai Trattati ed è sempre soggetto al voto all’unanimità»
Non sono solo i Paesi dell’Europa Centrale (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) a non accettare quel principio di ridistribuzione sancito a La Valletta. Anche la Spagna e la Grecia si sono dimostrate piuttosto restie. Questo perché la rotta centrale resta quella meno utilizzata, perché più rischiosa. La rotta orientale, sia via mare che via terra, è quella che viene scelta dalla maggior parte dei migranti, come mostra l’infografica del Consiglio degli Affari Interni.
È un’arma a doppio taglio, come sottolineato intelligentemente da Wired. Una ratifica che non passi per la Commissione Europea rischia di far passare sotto banco la necessità di rivedere gli accordi di Dublino, da un lato, oppure potrebbe esserne un metabolizzatore.
La sua discussione è stata rimandata a dicembre in un’altra sede, quella del Consiglio Europeo.
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