Tre anni fa avevamo pubblicato la nostra smentita su un falso documento attribuito al centro antitumori di Aviano (Pordenone) nel quale venivano elencati conservanti e additivi ritenuti tossici. Quest’anno la bufala viene riproposta dalla pagina Facebook Rigenera con noi in un post del 22 maggio 2019.
Leggete con la massima attenzione
Distribuito dal centro anti tumori di Aviano
CIO CHE DOBBIAMO EVITARE PER NON
AMMALARSI DI TUMORE
I dati oggettivi, rispetto alla nostra precedente smentita, non sono cambiati: non esiste un solo dispaccio simile a quello proposto distribuito come fotocopia dal centro antitumori di Aviano, e non a caso i diretti interessati dovettero diffondere una smentita per prendere le distanze da quanto si diceva in quel foglio già nel 2009:
Esistono in circolazione numerosi volantini che illegalmente riportano l’intestazione “Centro Tumori di Aviano” i quali mettono in guardia il consumatore dall’utilizzare alimenti che contengono determinati additivi considerati tossici. Qual è la validità di questi messaggi?
Purtroppo circolano nelle nostre regioni numerose pubblicazioni non autorizzate e non validate scientificamente che elencano prodotti e sostanze ritenute tossiche. In realtà il nostro Istituto ha verificato che questi elenchi sono del tutto privi di fondamento scientifico e contengono macroscopici errori. Per fare un esempio, l’ultimo volantino giuntoci asseriva che l’additivo E330 è in assoluto il più pericoloso. In realtà l’E330 rappresenta l’acido citrico, componente naturale di numerosi alimenti (frutta fresca, agrumi) ed utilizzato nell’industria alimentare per le sue proprietà antiossidanti.
Nel 2011 la Fondazione Veronesi aveva ricostruito l’evoluzione della bufala, nata da una Catena di Sant’Antonio oltremodo popolare e pericolosa:
La bufala della tossicità degli additivi nasce più di trent’anni fa in Francia. Attraverso un’opera di incessante volantinaggio si diffuse in poco tempo in tutta Europa. Firmatari della comunicazione erano i medici oncologi dell’inesistente ospedale francese di Villarjuif (esiste a Parigi il Villejuif, un centro ospedaliero di grande prestigio scientifico).
Tra gli additivi segnalati come altamente pericolosi vennero inseriti la clorofilla, componente contenuto in tutte le verdure, e il carbone vegetale. Non solo, tra le sigle presenti nella “black list” compariva anche l’E125, additivo inesistente.
La Fondazione, inoltre, si univa al coro di protesta per l’inesistente tossicità dell’E330 di cui anche Altroconsumo aveva parlato in una nota del febbraio 2019.
Insomma, nonostante l’età avanzata della bufala e il suo continuo aggiornamento (ricordiamo: nacque in Francia trent’anni fa e riportava – come oggi – dati inesistenti e false attribuzioni), e soprattutto nonostante le autorevoli smentite dello stesso Centro Tumori di Aviano e della Fondazione Veronesi, la bufala si rigenera e viene riproposta.
La redazione di NeXt Quotidiano, inoltre, aveva anch’essa ricostruito il folle e bizzarro iter di questa bufala con un articolo del 2015 nel quale individuava anche Paolo Attivissimo come una delle tante fonti che avevano contribuito a smentire la notizia.
Infine, nonostante la smentita pubblicata nel 2009 dal CRO di Aviano, l’Istituto dovette ribadire i concetti con una nota pubblicata nel 2014 sulla pagina Facebook, nel disperato tentativo di debellare la bufala anche attraverso i canali social.
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