Esiste un fenomeno grottesco che abbiamo visto più volte nel mondo delle bufale.
Prendiamo ormai la celebre leggenda dell’Hacker Brambilla.
Per anni abbiamo dovuto rispondere a persone che, dopo aver ricevuto prova dell’inesistenza dell’Hacker Brambilla, ci hanno chiesto ripetutamente prove dell’esistenza dell’Hacker Alex,dell’Hacker Cilli e di una pletora di personaggi uguali in ogni dettaglio tranne che per il nome.
Perché, ovviamente, se noi vi dimostriamo scientificamente che nessun elefante rosa è in grado di volare, il passo successivo è ossessionare il prossimo di domande per appurare se possono farlo anche quelli verdi, rossi, gialli, blu, indaco, fucsia, arancio ed ocra, vero?
Così, specialmente da quando la cronaca ha riportato in auge il dolore della famiglia di Ilaria Cucchi, ecco che autentici necrofili della bufala stanno riesumando la stessa lettera del “semplice carabiniere” intestandola a chiunque gli passi nella mente.
Il gioco è palese: siccome si sa che l’indinniato a casa ha poca memoria, una volta provato che non esiste alcun semplice carabiniere, e una volta provato che le affermazioni contenute nella lettera non corrispondono al vero, basta farla firmare a qualunque pagina aperta o “anonimo” per costringere il fact checking ad intervenire.
Sperando magari di prenderlo per stanchezza.
Ma questo non accadrà perché francamente a questo punto la palla passa a Odiare ti Costa e simili iniziative.
Prima ci tocca però fare un piccolo excursus storico, e ricominciare dai nostri precedenti articoli. Noi li linkeremo e voi li studierete: fare i furbetti e far finta che le puntate precedenti non esistano non vi sarà consentito.
Il tre Novembre del 2018 censimmo la variante primigenia e più famosa della bufala: la triste lettera del carabiniere senza infamia e senza lode.
Uno scartafaccio presentato con la captatio benevolentiae di un immaginario giovane uomo in divisa che coi modi melliflui del “cascatore della rete” che ti insulta gravemente, ma usando eufemismi e paroline educate e quindi pretende l’immunità altro non faceva che riprendere vecchi post già smentiti di accuse ad Ilaria Cucchi.
Accuse per la quali la stessa, ovviamente, non potè ribadire di aver già più volte dimostrato la verità dei fatti in giudizio e di essere pronta a tornare in tribunale per difenderla.
Punti riassumibili in:
Arriviamo così così a Novembre, dove assieme a vecchie indiscrezioni sulla presunta carriera politica di Ilaria Cucchi sono tornate le accuse della lettera del 2018 e dei precedenti post.
Siamo così all’ultima versione: letteralmente, la lettera del 2018, non più premessa dal cappello del “Carabiniere senza infamia” ma seguita dalla brutale protesi
“La lettera non è firmata e circola sul web, ma interpreta il comune sentire di milioni di cittadini”
Scusa, quest’ultima che ci è stata ammanita nei commenti ai nostri articoli precedenti da persone evidentemente disinformate e in vena di cattiveria che hanno deciso di ordinarci di non bannare i loro brutali commenti in quanto espressione del sentire di milioni di cittadini.
Li abbiamo rimossi lo stesso: fossero anche miliardi di cittadini, è stato dimostrato che sarebbero solo dei mentitori, diffamatori e calunniatori e meriterebbero ogni sanzione possibile per quanto proferito contro un morto ed i suoi congiunti.
Perché basta cambiare il soggetto, e la stessa bufala può tornare ancora ed ancora.
In conclusione non possiamo che dirvi una cosa: se ricevete una lettera di identico contenuto sia che la firmi “Un semplice carabiniere”, “milioni di cittadini” o qualsiasi crudele fantasma delle vostre menti ottenebrate, non inviatecela.
Non condividetela, speditela direttamente ad Odiare ti Costa, o provvederemo noi.
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