Editoriale

Le discoteche restano ancora chiuse dopo l’ennesimo rinvio del Governo

Nel pomeriggio dell’8 luglio si è riunito il Consiglio dei Ministri durante il quale per l’ennesima volta non è stata presa alcuna decisione in merito. Anzi, pare non se ne sia proprio parlato. Proprio ieri, a Roma, una delegazione degli operatori del settore aveva organizzato una protesta per sensibilizzare politica e opinione pubblica sulle gravi condizioni in cui versa l’unico settore fermo da marzo 2020, tranne una brevissima parentesi nell’estate 2020 in cui aprirono alcuni locali all’aperto, fatti poi frettolosamente chiudere a Ferragosto per la risalita dei contagi, attribuiti in gran parte proprio alle discoteche, anche se la realtà appare un po’ diversa. I gestori, infatti, lamentano un trattamento discriminatorio nei loro confronti, costretti a rimanere chiusi mentre è sotto gli occhi di tutti che ci sono assembramenti incontrollati in ogni dove, feste abusive, rave party e pochi controlli. Maurizio Pasca, il presidente del sindacato SILB-FIPE che raggruppa la gran parte delle aziende del settore, denuncia la da tempo, pubblicando con regolarità nel suo profilo facebook materiale che testimonia la cosa (ne avevamo già parlato in un altro articolo)  Da questo punto di vista, gli operatori del settore hanno ragione da vendere, anche perché si stanno trasmettendo almeno due messaggi sbagliati: il primo è che viene premiato chi fa le cose non in regola, il secondo è che, tutto sommato, si può far festa ovunque senza controllo e questo potrebbe rappresentare un disincentivo ai giovani per vaccinarsi (“Tanto, chi me lo fa fare?”). Sono messaggi inopportuni e potenzialmente molto pericolosi, specialmente in in questa fase delicata e cruciale della campagna vaccinale.

Il CTS, da sempre molto rigoroso sul tema, aveva in realtà già dato il via libera alla riapertura delle discoteche, già diversi giorni fa, con queste prescrizioni: Solo all’aperto, con capienza ridotta del 50% e solo con Green Pass. Anche il Prof. Massimo Galli, responsabile di malattie infettive presso l’ospedale Sacco di Milano, ha recentemente ribadito che, a suo avviso, le discoteche potrebbero tranquillamente riaprire in sicurezza, ammesso però che tali protocolli siano applicati alla lettera.

La politica ha deciso di prendere tempo, forse prendendo atto dell’inversione di tendenza della curva dei contagi, già in atto da diversi giorni. Forse (ipotesi) non vuole dare un via libera per poi essere costretto a rimangiarselo poco dopo? Sono tutte ipotesi. Certo è che, forse, instaurare un dialogo aperto con gli operatori del settore non sarebbe una cattiva idea, perché è oggettivamente difficile vivere quotidianamente nell’incertezza, per chiunque. L’unica certezza è che se i contagi oggi sono in risalita, di certo non è colpa delle discoteche, visto che sono chiuse.

 

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