Precisazioni

Almeno 3 imprecisioni palesi su quanto fatto dal Fascismo in Italia tornano attuali il 25 aprile

Ogni 25 aprile sempre la stessa storia, visto che sui social da un lato abbiamo il partito dei “Bella Ciao“, mentre dall’altro c’è chi ci ricorda quanto fatto dal Fascismo in Italia. Come se non bastassero alcune iniziative giornalistiche del recente passato che hanno fatto discutere, ci sono alcune leggende metropolitane che vanno necessariamente smentite. Indipendentemente da quelli che sono i propri valori, infatti, la giusta informazione resta doverosa e alcuni dettagli del passato non vanno dimenticati.

Il Fascismo in Italia e la bufala della previdenza sociale

Chi parla di Fascismo in Italia, ad esempio, tende a commettere l’errore di associare al ventennio l’arrivo della previdenza sociale nel nostro Paese. Sbagliato, in quanto il primo sistema di garanzie pensionistiche è arrivato molto prima ed era originariamente concepito ai soli impiegati del pubblico e ai militari. Nel dettaglio, una svolta di questo tipo risale al 1895 e al tanto discusso governo Crispi. Con il Fascismo abbiamo avuto solo il nome INFPS, nel 1933. E si può facilmente comprendere il senso di propaganda legato alla “F”.

Le presunte bonifiche con il Fascismo in Italia

Una missione impossibile quella del Fascismo in Italia si riferisce alle note bonifiche. Inizialmente erano stati promessi 8 milioni di ettari recuperati. Si è poi scoperto di essere arrivati a poco più di 2 milioni, di cui un milione e mezzo in riferimento alle bonifiche concluse dai governi che si erano avuti prima del 1922. Sull’argomento, ci sono diversi studi da parte dello storico Francesco Filippi.

La rivoluzione immobiliare con il Fascismo in Italia

Ancora, c’è chi parla di una vera e propria rivoluzione immobiliare, per la quale dobbiamo ringraziare proprio il Fascismo in Italia. Peccato che la prima legge sulle case popolari risalga ad inizio secondo, ed in particolare al 1903. Fu opera di Luigi Luzzatti. I progetti di sviluppo urbano prendono forma tra il 1900 ed il 1920, coinvolgendo Roma, Torino, Napoli e Milano. L’Eur, voluto nella Capitale dal Fascismo, non risolse il problema riguardante la situazione abitativa in quella zona. E questo, al netto della scellerata politica estera del ventennio.

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