LA VERA STORIA I bimbi non cantano «Astro del ciel», polemica a Flero

Una notizia comparsa sul Giornale di Brescia il 25 Dicembre 2015 è rimbalzata sulle testate nazionali e sui social network:

Mentre sui social impazzano i sondaggi su quale siano le più belle canzoni dedicate al Natale, a Flero è stato l’assessore alla cultura, Elena Franceschini, ad accendere pubblicamente giovedì sera una miccia sul caso di «Astro del ciel» cantato come coro muto dai ragazzini delle medie «per non offendere altre fedi», a pochi giorni da un’altra polemica, quella di Pontevico, dove è stato cambiato il testo di una canzone dei bambini.

«La scelta nel ’Concerto di Inverno’ di lunedì sera è stata di non far cantare le strofe della melodia natalizia nel saggio delle classi quinte, insieme alla prima seconda e terza media musicale. I bambini hanno intonato la melodia ma senza cantarne le parole perchè il testo è stato ritenuto offensivo per altre fedi» ha spiegato a margine del concerto della banda Musicale l’assessore.

«Lo consideriamo un fatto grave. Mentre in alcune classi si è potuto fare recite di Natale al saggio d’inverno questo non è accaduto» continua l’amministratore.

«Anche se lo Stato e la scuola si dichiarano laici nella loro autonomia, pensiamo che sia bello per i ragazzi e per le famiglie festeggiare, in un momento di confronto e di condivisione il Natale. Noi vorremmo che nelle scuole sul territorio si facessero “Concerti di Natale” e non “Saggi d’inverno” dove i ragazzi si sentano liberi di cantare “Astro del Ciel” senza pensare di poter offendere od escludere gli scolari che appartengono ad altre culture o ad ad altre religioni o si dichiarano atei. Le radici cristiane sono un valore fondante della nostra cultura, ed è importante anche per gli appartenenti ad altre religioni, conoscere e rispettare dal momento che vivono qui nel nostro Paese».

La polemica sollevata dall’assessore Elena Franceschini è stata riportata anche da Repubblica il 26 Dicembre e nello stesso giorno Il Giornale e Libero Quotidiano davano spazio alle parole della cantante Rita Pavone, che commentava in un tweet il presunto divieto dei Canti di Natale:

Sul Corriere del 26 Dicembre leggiamo che Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d’Italia-AN, intendeva presentare un’interrogazione sul caso al prossimo consiglio in Regione, precisando che «Nessuno avrebbe discriminato nessuno con i canti di Natale a cui avrebbero potuto partecipare tutti i bambini delle varie religioni. Ma purtroppo in alcune scuole vi è’ gente che è più’ islamica degli stessi mussulmani. Con una interrogazione che presenterò domani in Regione chiederò all’assessore all’Istruzione Valentina Aprea di intervenire per accertare come siano andati i fatti». Il caso è comparso anche tra le colonne del Giorno e su AdnKronos.

Il giorno successivo all’esplosione del caso è stata fatta chiarezza. Le testate nazionali sono uscite con un nuovo articolo: sul Corriere leggiamo infatti le parole di Mariaelisa Bonaglia, preside della scuola elementare di Flero:

L’assenza del testo in alcuni dei numerosi canti ad ispirazione religiosa è semplicemente motivata da esigenze stilistiche e dalla necessità di dare il giusto spazio anche all’esibizione strumentale degli studenti dell’indirizzo musicale.

Ancora, si precisa che si trattava di esigenze sceniche, nate per replicare l’esperienza dell’anno precedente in cui aveva vinto la scelta di rappresentare quanto avveniva nelle cascine 50 anni prima, con l’uso del dialetto. La preside continua: «Nello spettacolo erano presenti numerosi riferimenti religiosi tra cui la costruzione del presepe e di canti tradizionali tipici del periodo natalizio» e aggiunge «Soffermarsi su due minuti di melodia senza cogliere il grande lavoro che è stato svolto delude profondamente i ragazzi e gli insegnanti coinvolti». La stessa precisazione viene riportata sul Giorno del 27 Dicembre. In forma ufficiale, le sue dichiarazioni sono state pubblicate in un comunicato stampa sul sito dell’Istituto Comprensivo di Flero consultabile a questo indirizzo e di cui vi riportiamo il contenuto:

Nessuna scelta dettata dal rispetto verso altre religioni e altre confessioni, quindi. Solo esigenze stilistiche che hanno consentito la realizzazione di due ore di spettacolo in cui non sono mancati i canti di ispirazione religiosa, il riferimento al presepe e la santificazione della festa natalizia. L’intento era contestualizzare la celebrazione della Natività alla tradizione del passato, quando nelle cascine si utilizzava il dialetto.

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