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La Leggenda Metropolitana della Stella di Natale mortale

Torna ogni anno la Leggenda Metropolitana della Stella di Natale mortale. Appare in molteplici condivisioni ogni anno come “Una Poltrona per Due” sul piccolo schermo e altre mitologie natalizie.

La Leggenda Metropolitana della Stella di Natale mortale

Riassumiamo in breve quello che diremo: è la Stella di Natale tossica per ingestione? Sì. Provoca effetti nocivi? Sì, irritazioni alle mucose, mal di stomaco e congiuntiviti. Va evitata l’ingestione e la contaminazione? Sì. E’ mortale? No, affatto.

La Leggenda Metropolitana della Stella di Natale mortale

In questo caso si tratta del meccanismo che abbiamo incontrato più volte, quello alla base delle Leggende Metropolitane. Ricordiamo di aver avuto in passato una ricca partnership con una pagina che si occupava delle leggende metropolitane in campo educativo, pubblicandone i contenuti sui nostri social.

Un filone delle stesse, descritto giocosamente dall’illustratrice Agata Matteucci, si basa sull’esasperare le conseguenze di una azione ritenuta “pericolosa”, usando la paura di conseguenze maggiori, o irreali, per educare l’uditorio ad evitare l’azione stessa.

Un esempio è la tipica fake news della “Zingara che ruba i bambini e li nasconde sotto la gonna”. Nata allo scopo di insegnare ai bambini a non allontanarsi dalla supervisione adulta e non parlare con gli estranei, origine di una lunga e deteriore catena di falsi avvistamenti.

In questo caso sappiamo che la Euphorbia pulcherrima, ovvero la Stella di Natale non è commestibile.

La leggenda della sua letalità per bambini e animali ha una data di nascita: il 1944.

Storia e origini del mito

Nel testo “Poisonous Plants of Hawaii” (“Piante velenose delle Hawaii”) del 1944 compare una narrazione “de relato”, del tutto indiretta. L’autore, un medico, dichiara di aver avuto traccia di un caso del 1919 (decenni prima della stesura del testo) in cui un bambino di due anni avrebbe ingerito una foglia, morendo dopo una crisi di delirio.

Nessuno tornò più sull’argomento fino al 1972, anno in cui James Boodley, docente di floricoltura per la Cornell University, in un periodo in cui si trovò per lavoro proprio alle Hawaii contattò la struttura dove, nel 1919, sarebbe morto il bambino.

Ovviamente non potè conferire col medico di turno del 1919, essendo questi defunto, ma ebbe accesso ai dati della struttura ed alla testimonianza del figlio del medico che avrebbe dovuto visitare il bambino.

Scoprì che non vi era traccia alcuna della storia.

Del resto, solo un anno prima nell’Università dell’Ohio un esperimento chiaramente ispirato dalla leggenda della letalità della Stella di Natale aveva dimostrato che un campione di 55 ratti di laboratorio nutriti con Stelle di Natale tritate e frullate con acqua non aveva riscontrato particolari effetti avversi.

Nel 1975 John Bradshaw, rinomato orticultore, si fece ritrarre mentre masticava con sicurezza una foglia di Stella di Natale, allo scopo di confermare la veridicità degli studi e la falsità dei miti.

L’esperimento fu ripetuto peraltro nel 1980, con simili risultati.

La mitologia continò a persistere, fomentata dal fatto che, ovviamente, le Stelle di Natale non sono edibili.

Perché il mito continua a perdurare

Vi abbiamo parlato del valore “educativo” del mito.

Effettivamente un piccolo animale domestico che inghiotta una intera pianta di Stella di Natale può avere problemi gastrici e riportare irritazione alle mucose.

Il contenuto di Ossalati di Calcio della Stella di Natale può provocare infatti forti irritazioni, con necessità di assumere gastroprotettori e in caso di allergie e complicazioni, ricorrere a medici e veterinari.

Ciò nonostante la fake news è arrivata su testi come Wikipedia e, ancora nel 1996, la comunità scientifica registrava numerosi casi di famiglie che conducevano bambini in ospedale per ingestione di parti di Stella di Natale, perlopiù senza complicazioni.

La linfa delle stelle di Natale può, in soggetti allergici, scatenare reazioni da allergia al lattice.

Tali soggetti dovranno pertanto prendere precauzioni come l’uso dei guanti, senza paura di avere reazioni allergiche dalla sola presenza della pianta in una stanza.

“Nonostante il rischio sia minimo, incoraggio i pazienti allergici al lattice ad evitare o limitare il contatto con le Stelle di Natale a cagione di una limitata possibilità di reazione allergica”, dichiara il Dottor Kelly, allergologo. “Sarebbe però meglio per molti pazienti non avere reazioni scomposte dinanzi alle piante, dato che sono assai probabilmente al sicuro”

Similarmente, un animale domestico probabilmente non avrà effetti letali dal rosicchiare una foglia, ancorché sarebbe meglio, data la qualità irritante e non commestibile della pianta, evitare di fargli rodere l’intera pianta

Il seguente testo non ambisce a sostituire i consigli di un medico o un veterinario.

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