I nostri lettori ci segnalano un articolo pubblicato da Il Post il 9 luglio 2020. La notizia riferisce che la Consulta ha bocciato parte del primo Decreto Sicurezza di Matteo Salvini, entrato in vigore il 5 ottobre 2018 e che, sostanzialmente, interviene sul sistema italiano di accoglienza. Brevemente, la Corte Costituzionale ha ritenuto che il decreto, pur rispettando l’art. 77 della Costituzione in termini di necessità e urgenza, violi invece l’art. 3 della Costituzione in termini di parità sociale dei cittadini.
Ciò che indicava il primo Decreto Sicurezza – detto anche Decreto Salvini – era stato riassunto da Internazionale in un articolo pubblicato nel novembre 2018. Il decreto, com’è noto, interveniva in termini di immigrazione e sicurezza e il punto fondamentale si individuava nell’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari e, all’articolo 13, si leggeva: “Il permesso di soggiorno non costituisce titolo per l’iscrizione anagrafica”. Il testo del primo Decreto Salvini è disponibile sulla Gazzetta Ufficiale a questo indirizzo.
La Corte Costituzionale, proprio per il punto 13, ha stabilito che il Decreto Salvini violi l’articolo 3 della Costituzione che recita:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Come riportano le principali testate italiane e i portali tematici come La Legge per tutti l’Ufficio Stampa della Corte Costituzionale ha fatto sapere, nell’attesa del deposito della sentenza, di aver “esaminato le questioni di legittimità costituzionale sollevate dai tribunali di Milano, Ancona e Salerno“ e di aver quindi stabilito che, seppur il DL 113/2018 rispetti l’art. 77 della Costituzione, viola tuttavia l’art.3 su due punti:
Per irrazionalità intrinseca, poiché la norma censurata non agevola il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto sicurezza; per irragionevole disparità di trattamento, perché rende ingiustificatamente più difficile ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi che siano anche ad essi garantiti.
Il testo originale della nota inviata dall’Ufficio Stampa della Consulta è disponibile a questo indirizzo. È dunque vero: la Consulta boccia parte del primo Decreto Sicurezza di Salvini in quanto risulta in contrasto con l’art. 3 della Costituzione che parla in termini di uguaglianza sociale.
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