Bufala

Irrefrenabile ondata di bufale su Carola Rackete arrestata per possesso di cocaina e nonno nelle SS

Una vera e propria ondata di bufale quella alla quale stiamo assistendo in queste ore sui social su Carola Rackete, arrestata per possesso di cocaina secondo alcuni contenuti che stanno girando sui social. Senza dimenticare alcuni episodi riguardanti la sua famiglia che in qualche modo andrebbero a sporcare l’immagine del capitano di Sea Watch 3, la 31enne tedesca che tanto ha fatto parlare di sé negli ultimi tempi. Andiamo con ordine, perché il posti in questione coinvolge in primis il suo papà, Ekkehart Rackete, nuovamente dipinto come mercante d’armi nonostante nella giornata di sabato abbiamo già smentito questa fake news.

Senza troppi giri di parole, comunque, proviamo ad analizzare più da vicino il post in questione su Carola Rackete, con un improvvisato giornalismo d’inchiesta che avrebbe individuato nel suo passato in infamante arresto per possesso di cocaina. Senza dimenticare il nonno che avrebbe fatto parte delle SS e la mamma sul libro paga di Bayer. Insomma, qui di seguito ne abbiamo per tutti i gusti:

UDITE UDITE,

Carola Rackete …la “Capitana “e’ già stata in galera per possesso di cocaina e carte di credito rubate 
La madre lavora alla Bayer ,il nonno ha fatto parte delle SS e il padre ex ingegnere oramai in pensione ,ora lavora per un ‘azienda che produce e commercializza armi in tutto il mondo ….
Complimenti una vera famiglia modello !!!!!! Ricchi ,viziati strafottenti e fuorilegge !!!!!! (DAL WEB)“.

Ci sono molti aspetti da evidenziare sul post anti Carola Rackete. Partiamo dalla fine, dall’elemento più importante. La fonte è “il web”, ma non vengono indicati link approfondimenti. Abbiamo esaminato profili privati, fonti tedesche e italiane, ma non è venuto fuori alcun arresto per possesso di cocaina. Aggiungiamo pure che da questo profilo appaiano solo post politicamente schierati.

Nessuna traccia e prova poi, per il nonno nelle SS. Già questo, fino a prova contraria, ci rende sicuri nel parlare di bufala, ma se ci aggiungiamo la disinformazione fatta su Ekkehart Rackete, allora siamo certi di come si debba inquadrare un post creato ad arte per diffamare. E che sulla carta si presta potenzialmente anche ad azioni legali.

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