Ci segnalano un post virale che ritrae il volto di una donna ed il nome: non riteniamo giusto pubblicare entrambi qui in chiaro. Se volete, è facile cercarli, ma il motivo per cui non dovreste è insito nella storia.
Storia che comincia a Dicembre del 2024 e diventa un piano scivoloso tra diritti ed educazione.
A Dicembre del J.C., avvenente impiegata di banca (l’avvenenza non è nota di colore o pruriginoso narrare: come vedremo è anche parte della storia) prende un volo interno della compagnia low cost Brasiliana GOL, scelta del sedile, sedile posto finestrino.
Una madre la accosta dichiarando che siccome suo figlio sta piangendo J.C. dovrebbe immediatamente scambiare posto con lei e, secondo la narrazione, avrebbe avuto già parere favorevole della hostess.
Impiegata di banca ripresa per aver rifiutato di cedere il posto aereo a bambino denuncia la madre e la compagnia Aerea
Anzi, la madre aveva già provveduto, mettendo il pargolo assiso sul posto di J.C. approfittando di essere arrivata prima.
Quando paghi un posto in anticipo, non vale la regola “Chi va a Roma perdere la poltrona”: J.C. ci pensa, e decide che per quanto il cambio di posto le costi poco, trova assai antipedagocico fa passare il messaggio che “bambini piangete che la mamma ve lo compra” (per citare un noto tormentone vintage) si applichi ad ogni aspetto della vita reale e che il bambino possa imparare che basta fare i capricci per ottenere non solo dai suoi genitori, ma anche da estranei a lui non legati per sangue e parentela benefici e cose gratis.
Decide di restare al suo posto chiedendo alle hostess di riportare il pargolo al posto assegnato, rispondendo alla madre che non accetta il cambio.
La madre reagisce filmando in chiaro la donna (motivo per cui nonostante ci siano foto disponibili rifiutiamo di metterle in articolo qui) con un reel TikTok in cui diffama la donna descrivendola come “un’egoista senza empatia” del pianto di un bambino.
“Tu non hai empatia ed io registro la tua faccia, sei disgustosa, siamo nel 21mo secolo e bisogna avere empatia per i bambini”
Accusa pubblicamente la madre.
Fino a quel punto J.C. era una cassiera di banca con un account Instagram di belle foto e con un certo seguito.
Il suo account Instragram sale a 2 millioni di follower, perlopiù rissosi e bercianti “supporter” della madre e del bambino inclini a insulti e minacce.
J.C. si ritrova quindi a non poter più recarsi al lavoro, lavorando col pubblico era riconoscibile e “marchiata” dai supporter della “mamma coraggio”, limitata nella sua vita e oggetto di una campagna d’odio assurda quanto improbabile, una vera e propria gogna social.
Arriviamo a marzo: J.C. querela la compagnia aerea e la madre per una somma di danaro indeterminata.
O meglio, che preferisce non rendere pubblica per ovvi motivi, ma sufficiente a mettere in chiaro che “No vuol dire no” ed ogni persona ha dei limiti che vanno rispettati.
La causa è ancora in corso, ignoto il parere della compagnia.
Foto di copertina da Wikipedia Commons, GOL Airlines Di Rafael Luiz Canossa – IMG_6157 (2), CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=55663267
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