Una presunta violazione ha messo il Vaticano contro il ddl Zan. Questo è ciò che emerge da un articolo pubblicato questa mattina, 22 giugno 2021, dal Corriere della Sera. Secondo la Santa Sede il ddl Zan violerebbe due commi della revisione del Concordato stipulato tra l’Italia e il Vaticano nel 1984. Sul caso si sono espressi tanti politici, specialmente trattandosi della prima volta in cui la Santa Sede mette bocca sulla legge italiana.
Corriere della Sera scrive che monsignor Paul Richard Gallagher, segretario dei Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato vaticana, il 17 giugno si è recato presso l’ambasciata italiana della Santa Sede per consegnare al primo consigliere una “nota verbale”, una comunicazione formale non firmata.
Nel documento si legge:
Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato.
Per “Concordato” si intende la “revisione del Concordato”, nota anche come Accordo di Villa Madama, in cui la Santa Sede e il Governo Italiano aggiornavano i contenuti dei Patti Lateranensi del 1929. Nel 1984 firmarono il Segretario di Stato Vaticano Agostino Casaroli e l’allora Presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi. Per questo il testo dell’Accordo di Villa Madama è disponibile sia sul sito del Governo sia sul sito della Santa Sede.
Secondo la Santa Sede, nella persona di Gallagher, il ddl Zan violerebbe i commi 1 e 3 dell’art. 2 dell’Accordo di Villa Madama. Leggiamoli insieme.
1.La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica.
3. È garantita ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Nello specifico, secondo Gallagher l’art. 7 del ddl Zan (qui il testo completo) “non esenterebbe le scuole private dall’organizzare attività in occasione della costituenda Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia“. In poche parole, secondo l’art. 7 del ddl Zan anche le scuole private cattoliche sarebbero obbligate a partecipare alla Giornata Nazional contro l’omolesbotransbifobia.
Ancora, il ddl Zan metterebbe a rischio la libertà di pensiero e di opinione dei cattolici. Questo è quanto riportato nella nota verbale consegnata da monsignor Gallagher, poi arrivata al Gabinetto del Ministero degli Esteri di Luigi Di Maio. Si attende, ora, una lettura da Mario Draghi.
Non è la prima volta in cui la Santa Sede esprime perplessità nei confronti del ddl Zan. In questo articolo mettevamo in evidenza considerazioni simili da parte della CEI. Ricordiamo, però, che l’art. 4 del disegno di legge recita:
Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti.
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