Precisazioni

Il “caso” delle cremazioni a Bergamo addebitate ai cittadini, facciamo ordine

Ci segnalano i nostri contatti una pletora di articoli di testate più o meno rilevanti sul piano nazioni, segnalazioni e blog relativi alle cremazioni a Bergamo.

Sappiamo tutti come è andata la storia, e ve ne abbiamo reso atto nella prima parte. COVID19 è una malattia con cui non si scherza: il fatto che i “benpensanti” vi dicano che muoiono perlopiù soggetti a rischio non significa che non muoiano. Anzi, muoiono, ed alle famiglie non resta che dolore.

Dolore e la sepoltura, della quale si occuparono i militari.

Rimanemmo molto colpiti dalla segnalazione di un militare nei commenti alla notizia, che con sommo cordoglio espresse  il suo rimpianto e condoglianze. Affermando che mai avrebbe voluto, o anzi solo pensato, che un giorno i suoi commilitoni sarebbero stati chiamati ad un ufficio così grave, triste e solenne, sperando che ciò non debba mai accadere.

Ma da eroi a “nemici del popolo” in questa nazione il passo è assai breve. Gli stessi militari lodati come eroi, ora diventano dei malvagi perché…

Il “caso” delle cremazioni a Bergamo addebitate ai cittadini

… cominciano ad apparire, anche sulla stampa nazionale, fatture dei servizi municipali di cremazione.

Ma vedete, temiamo ci sia una piccola, dolorosa incomprensione di fondo.

Dicevamo nell’altro articolo che

Le salme saranno cremate, e le ceneri composte in urne per essere riportate all’affetto dei loro cari.

E la cosa, naturalmente, non avviene per caso. Esiste qualcuno che materialmente ha fatto tutto questo.

E lo ha fatto, o ha cercato di farlo, nel modo più trasparente possibile

Migliaia di cittadini della bergamasca sono passati da qui, molti tra loro sono stati trasferiti per essere cremati in molti centri del Nord Italia: capoluoghi come Novara, Padova, Bologna, Reggio Emilia, Firenze, Ferrara, Varese, Modena, ma anche piccoli comuni come Gemona, Copparo, Serravalle Scrivia, Trecate, Cinisello Balsamo.

Ogni forno crematorio ha applicato tariffe diverse, in alcuni casi fortemente scontate e agevolate, tenendo in considerazione la condizione particolare del nostro territorio. I tre Comuni hanno deciso di pubblicarle, comune per comune, sui propri siti ufficiali, garantendo la maggiore trasparenza possibile alle famiglie delle vittime delle scorse settimane.

“Ringrazio ancora i Comuni che ci hanno aiutato, mettendo a disposizione le proprie strutture per garantire questo servizi ai nostri concittadini in un momento così drammatico per il nostro territorio. – spiega l’Assessore ai servizi cimiteriali Giacomo Angeloni –. La scelta di pubblicare le tariffe va a vantaggio delle famiglie che hanno perso un proprio caro nell’emergenza coronavirus: un’operazione di trasparenza doverosa in una situazione così complicata, che fa seguito alla nostra scelta di mettere a disposizione il numero del mio ufficio a coloro che volevano sapere in quale città fosse stato portato un proprio familiare per poterlo cremare”.

Del resto, siamo solo umani, e possiamo capire se qualcuno si è sentito ferito, o ha pensato che questo tentativo non fosse abbastanza.

Ma partendo dal punto di vista che comunque l’ufficio cimiteriale non è esattamente un hobby, e che ci sono spese vive e di gestione ancora più gravose contando che una salma COVID19 positiva è, oltre al corpo di qualcuno che un tempo era vivo, anche una salma che va composta nel modo più dignitoso, ma anche sicuro possibile, i crematori dei comuni interessati hanno pubblicato in trasparenza i tariffari.

Spesso scontati: e facili da confrontare col costo di un funerale “in tempo di salute”.

Precisando ulteriormente che

A completare l’informazione ai cittadini, i Comuni ricordano che, qualora i trasferimenti siano stati effettuati da mezzi militari e delle forze dell’ordine, non possono essere conteggiati costi a carico delle famiglie dei defunti.

Quindi possiamo togliere immediatamente questo stigma gravissimo e infamante dalle spalle dei nostri militari e delle forze dell’Ordine.

Potrete, se non ci credete, consultare il sito del Comune di Bergamo qui, e ricordare che fomentare rabbia e insoddisfazione è il contrario di quello di cui abbiamo bisogno.

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