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I mercenari del Gruppo Wagner reclutano coi videogames

I mercenari del Gruppo Wagner reclutano coi videogames: e questo secondo il commentatore di PCGamer che ha riportato la notizia in Occidente è ormai “il mondo in cui viviamo”.

I mercenari del Gruppo Wagner reclutano coi videogames

Un mondo in cui i mercenari della Wagner possono ospitare uno streaming di giochi di guerra con un sorridente ragazzo gamer vestito con tanto di divisa militare ed elmetto.

I mercenari del Gruppo Wagner reclutano coi videogames

Il bizzarro evento è stato pubblicato sul social russo VKontakte, quindi al sicuro dalle banwave di Facebook che interessa gli account di evidente propaganda filorussa e dalle recriminazioni degli aventi diritto di Hearts of Iron IV, gioco prescelto per l’evento.

Il protagonista dell’evento è un autodichiaratosi adolescente noto col nickname di “GrishaPutin” (evidente l’ispirazione), noto per aver giocato al simulatore militare ispirato alla Seconda Guerra Mondiale con altri giocatori occidentali (che dopo la mala parata si sono dichiarati pronti a rigettarlo e condannare le sue azioni).

Il giovane, dichiaratosi un gamer sedicenne, compare in un edificio di proprietà della Wagner giocando una campagna “moddata”, ovvero con modifiche grafiche e tecniche nel gioco.

Anziché ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, il gioco diventa una bizzarra campagna militare in cui Putin combatte l’Occidente fino ad ottenere una trattativa di pace con “Donald Trump” (per motivi noti solamente al giovinotto ed ai mercenari “capo di tutto l’Occidente”), presentata da un giovane che, in una mossa politicamente presente solo nei “vatnik da social” nostrani, riesce ad essere contemporaneamente iscritto ad un partito di destra filorusso e parlare di Lenin e della gloria sovietica nei suoi video.

I gestori del gioco hanno cercato di rintracciare lo streaming, ma, come anticipato, una versione moddata girata su un social filorusso è difficile da abbattere.

Non che abbia avuto un successo di contatti stratosferico, va detto: ma non neppure la cosa più bizzarra partorita dalla propaganda filo-Russa.

 

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