Editoriale

Ha senso prendere di mira un marchio storico a colpi di bufale? La nostra intervista a Divella

È ancora lontano, quel mondo in cui ogni utente social è consapevole delle proprie responsabilità. Per il momento abbiamo ancora a che fare con una tendenza in cui tuttologi e saccenti sputano sentenze nel nome di un’impunità illusoria, con l’arrogato diritto di poter infangare il nome di un’azienda solo per sentito dire e senza, ovviamente, considerare le conseguenze.

Nella serie di articoli pubblicati nel corso dell’estate abbiamo approfondito, insieme ai diretti interessati, tutti gli aspetti che aiuterebbero anche l’utente meno scaltro a conoscere il confine tra l’opinione personale e la disinformazione, ma soprattutto l’insidia del reato di diffamazione.

Con l’ossessione dei leoni da tastiera per il grano estero, anche declinata al conflitto tra Russia e Ucraina, bufalari e condivisori compulsivi hanno dimostrato che quella dello spirito critico è un’attitudine che si può disimparare facilmente (qui un altro approfondimento), specie se a muovere l’attività social è lo stomaco anziché la testa.

Errori umani, è vero, ma perseveranza diabolica. Per questi motivi abbiamo intervistato il dott. Domenico Divella membro CDA e responsabile bakery di F. Divella S.p.A..

Un colosso come Divella, marchio storico e leader in Italia e nel mondo, viene bersagliato da fake news e disinformazione. Cos’è successo?

Abbiamo notato negli ultimi anni il ripetersi di questa deplorevole attività sui social. Pensiamo che il motivo sia la nostra posizione di leader in area 4 che inevitabilmente rende una fake news roboante diversamente da una piccola azienda che non genererebbe clamore.

È la prima volta che Divella è oggetto di disinformazione?

Come dicevo è un fenomeno esploso negli ultimi anni su più fronti. Immagino quindi che una fake news abbia un buon tornaconto economico per chi la genera.

Come pensate di muovervi contro chi getta discredito nei confronti del marchio?

La collaborazione con voi di Bufale.net e a seguire con Butac sono il primo vero passo verso la tutela della nostra web reputation, abbiamo inoltre uno studio legale seguito dalla nostra area marketing che si attiva immediatamente a seguito di fake news. Vi ricordo a riguardo l’articolo 595 del codice penale che tutela noi tutti dalla diffamazione.

Fake news e disinformazione hanno mai minacciato il vostro profitto?

Ad oggi no, ma la nostra è più che altro una battaglia di civiltà. I consumatori vanno tutelati anche da questi fenomeni inquietanti.

Al principio era la farina, al presente la pasta, i biscotti e i sughi: cosa troveremo nel futuro di Divella?

Il 2023 sarà un anno ricco di novità. Nuovi buonissimi biscotti, diversi concorsi con premi KitchenAid, una nuova raccolta punti con dei premi artigianali, innovazione tecnologica in tutti i settori dell’azienda e tanto altro ancora.

Cosa direste a tutti coloro che creano e/o condividono fake news nei vostri confronti?

Che la passione mediterranea nel mondo per la Divella si tramanda dal 1890 ed è più forte di qualsiasi fake news.

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