GUIDA UTILE Nel dubbio astenersi (da condivisioni e allarmismi)

La teoria dell’informazione è una disciplina rigorosa che analizza in forma matematica le modalità di trasmissione di un messaggio attraverso un canale di comunicazione.

Volendo semplificare ci dice che se intendiamo far passare un’informazione da una sorgente A a un destinatario B dovremo utilizzare un codice (ad esempio la lingua parlata dai soggetti coinvolti) comprensibile ad entrambi e trovare un mezzo che la veicoli da A a B.

A meno di lanciare il messaggio nel vuoto siderale, questo prima di giungere a destinazione dovrà superare una certa quota di disturbo (sotto forma di ostacoli o interferenze) che influirà sulla sua corretta ricezione. Il disturbo nella teoria dell’informazione viene indicato come “rumore” ed è quello che ci interessa prendere in esame.

Per rendere tutto più chiaro immaginiamo uno scenario in cui queste nozioni astratte possano tradursi in esempi più tangibili, una situazione ordinaria come può essere una giornata al mare dove un soggetto A (un bagnante) si veda costretto a lanciare un segnale di allarme e un soggetto B (un bagnino) ne sia il destinatario.

 

Possiamo ipotizzare tre diverse dinamiche:

 

  • Bassa stagione, non c’è nessun altro a parte A e B, la spiaggia è deserta si sente solo lo sciabordio delle onde, il rumore quindi è estremamente basso, quando A si trova in difficoltà gli basta sbracciarsi un po’ ed emettere una richiesta anche flebile di “aiuto” per attirare l’attenzione di B che prontamente si butta in acqua, lo riporta a riva e gli salva la vita.
  • Ferragosto, spiaggia affollata, chi gioca a racchettoni da una parte chi a pallone da un’altra, chiacchiericcio, risate e un gruppetto che fa acquagym sulle note di Despacito. Rumore quindi alto. Di nuovo A si trova in difficoltà si sbraccia e chiede aiuto, B è un bagnino esperto, sa distinguere una signora che saltella mulinando le braccia a tempo di musica da un uomo che annega, i segnali da decifrare sono più sottili a causa del disturbo circostante ma B è preparato, li riceve e li interpreta correttamente, si butta e salva A da morte sicura.
  • Ancora ferragosto, stessa spiaggia affollata, A come sempre in procinto di annegare ma questa volta quando lo vedono sbracciarsi e chiedere aiuto gli altri bagnanti iniziano ad agitarsi come forsennati e gridare aiuto tutti insieme, un burlone (o un borseggiatore) approfittando della confusione urla squalo! Un signore lo sente si allarma e gli fa eco, squalo! Squalo! C’è un fuggi fuggi generale, il nostro bagnino non sa neanche da che parte guardare, figuriamoci chi mettere in salvo. Il rumore è assordante, impossibile distinguere l’allarme reale dal caos generale. Bilancio: qualche malore, svariati contusi (una decina di portafogli spariti dalle borse da mare) e il nostro A cadavere, già annegato prima che B potesse mettere piede in acqua.

 

Abbiamo rappresentato qui tre casi di rumore di cui due non pregiudicano il corretto passaggio d’informazione da A a B, e un caso di procurato allarme, il terzo, dove un sommarsi d’informazioni ridondanti, false, fuorvianti, oscura completamente l’informazione utile, rendendo del tutto inefficace la comunicazione (la richiesta di aiuto) e nulla la risposta (il salvataggio).

 

Se gli esempi che abbiamo messo in scena sembrano troppo fantasiosi lasciamo il mare e spostiamoci in montagna, esattamente a Rigopiano, in un momento preciso, le 17.08 del 18 gennaio 2017, l’ora in cui un uomo appena scampato a una catastrofe che farà 29 morti e 11 feriti, lancia il primo grido d’aiuto e l’ora in cui inizia la grottesca odissea che lo vedrà protagonista, fatta di telefonate che non vengono prese sul serio e disperazione, fino alle 18.57 quando un volontario della Protezione Civile finalmente crede alle sue parole e mette in moto i soccorsi, dalla prima chiamata sono passate due ore, due ore in cui quello che si sente è soltanto rumore.

 

Ed è su questo che dobbiamo riflettere ogni volta che condividiamo una notizia di cui non conosciamo la veridicità, o lanciamo un allarme senza sapere se è giustificato, dobbiamo essere consapevoli del fatto che faremo da cassa di risonanza al rumore, quello assordante capace di confondere e rendere indistinguibile il vero dal falso, con tutte le conseguenze, anche gravi, che questo comporta.

 

http://www.lastampa.it/2017/01/25/italia/cronache/rigopiano-involontari-depistaggi-e-telefoni-muti-ecco-perch-i-soccorsi-sono-partiti-in-ritardo-lLUIyjhehe7xXEwbPhIpDP/pagina.html

 

http://www.youreporter.it/video-foto/Il_dramma_dell_Hotel_Rigopiano?refresh_ce-cp

 

 

 

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