Ci sono conferme importanti in queste ore sull’esito del primo corso delle indagini, in merito agli insulti che sono piovuti addosso a Liliana Segre. In particolare, dopo il primo contributo portato alla vostra attenzione per i fatti di cronaca della scorsa settimana, bisogna tornare sull’argomento. Qualche utente, in sostanza, si è già scusato, mentre altri sono stati rintracciati dalle Forze dell’Ordine con tanto di attività investigativa. Le reazioni degli indagati, come noteremo oggi 3 marzo, sono state assai differenti.
Un contributo estremamente approfondito sulle conseguenze per gli insulti a Liliana Segre ci arriva questo mercoledì dal Corriere della Sera. La fonte fa i nomi delle due persone, che avrebbero meritato più attenzione in quanto le loro uscite sarebbero andate oltre, arrivando fino all’odio razziale. Gli spunti di interesse sono molteplici, a partire dall’età dei diretti interessati: abbiamo infatti un uomo di 75 anni, residente in Sardegna, ed un signore di 40 anni.
Entrambi non appartengono a partiti e non sono attivi politicamente, ma dall’analisi dei due profili sono trapelate chiare simpatie per il Fascismo, al punto che la fonte li ha definiti “nostalgici del Ventennio“. Tra i due, solo il più giovane avrebbe mostrato pentimento al cospetto degli inquirenti, dando prova di essere collaborativo e fornendo le password dei propri account. Accertamenti che hanno poi mostrato l’autenticità dell’uscita infelice.
Il signore più anziano, al quale si imputano gli insulti più gravi a Liliana Segre, al contrario si sarebbe mostrato sorpreso per l’interesse nei suoi confronti da parte delle Autorità. A suo dire, infatti, quanto scritto a proposito della donna rientrerebbe nei canoni della libertà di espressione. Al momento, non è ancora chiaro cosa rischino, ma di sicuro quello emerso oggi è un chiaro segnale per tanti (troppi) italiani, che spesso e volentieri si lasciano andare con una tastiera tra le mani.
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