Precisazioni

Gli evitabili titoloni su reazione allergica al vaccino Covid Pfizer in Alaska: è tutto nella norma

Qualche reazione allergica al vaccino Covid di Pfizer in distribuzione in alcuni Paesi c’è. Non saremo certo noi a negarlo, soprattutto considerando le ultime notizie provenienti dagli Stati Uniti ed in particolare dall’Alaska. Tutti devono sapere quello che sta avvenendo in giro per il mondo, in attesa che la campagna parta una volta per tutte anche in Italia e nel resto d’Europa. La premessa è doverosa, in modo tale da indottrinare anche coloro che ad ogni articolo presente sul web contrario al proprio credo, sono pronti con la solita domanda: “Chi vi paga?”

A cosa servono i titolacci su reazione allergica al vaccino Covid Pfizer in Alaska?

Premesso questo, non ha davvero alcun senso fare sensazionalismo su un tema così delicato. C’è stata di recente qualche reazione allergica al vaccino Covid Pfizer in Alaska? Sì. Lo confermiamo. Si tratta di un evento anormale che getta ombre sul prodotto che viene somministrato da una decina di giorni a questa parte negli USA e nel Regno Unito? Assolutamente no. Le ultime stime parlano di una reazione allergica su circa un milione di casi, del tutto in linea con altri vaccini.

Ne avevamo parlato alcuni giorni fa, dopo le prime segnalazioni di alcune reazioni allergiche al vaccino Covid proprio in Inghilterra. Evidentemente non è bastato. Nessuno prende sottogamba quanto avvenuto in Alaska, come emerge da un resoconto dettagliatissimo della CNN. Viene infatti specificato che la FDA (Food and Drug Administration degli Stati Uniti) stia lavorando con Pfizer e CDC per capire meglio cosa sia successo, secondo una portavoce proprio della FDA.

Viene addirittura citato il parere del presidente della Fondazione asma e le allergie d’America Mitchell Grayson, il quale ha commentato il caso della reazione allergica al vaccino Covid di Pfizer in Alaska: “Siamo nelle prime fasi del lancio del vaccino COVID-19. È comune vedere reazioni avverse al vaccino una volta che inizia una distribuzione più ampia al pubblico in generale, anche se nessuna di queste reazioni è stata osservata negli studi clinici“. Lui stesso, poi, ha evidenziato che in questa fase la scienza debba fare il proprio percorso, anche per migliorare i prodotti, non i titoli di giornale.

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