Non c’è due senza tre: Elon Musk punta a Twitter ed ora la vuole tutta. Non gli basta più il 9% che aveva acquisito, non senza polemiche, ad inizio del mese.
“In for a penny, in for a pound”, recita un proverbio inglese traducibile con il nostro “Se hai fatto trenta, puoi fare trentuno”.
La campagna di Elon Mask comincia da un enigmatico tweet in cui chiedeva ai suoi followers se Twitter garantisse libertà di parola. A seguito di una risposta negativa al 70%, ecco l’annuncio dell’acquisto di una quota consistente e la promessa di voler cambiare le cose.
Già l’acquisto iniziale era stato accolto di malanimo: le leggi federali USA, infatti, impongono agli investitori di informare la Securities and Exchange Commission, l’autorità di vigilanza della Borsa, entro 10 giorni quando assumono una partecipazione superiore al 5% in una società.
Mancato adempimento che un gruppo di azionisti ha contestato al magnate in tribunale, e che secondo il Washington Post avrebbe comportato ulterori profitti per l’imprenditore
“Ho investito in Twitter perché credo nel suo potenziale per essere la piattaforma per la libertà di parola in tutto il mondo”, cosa che “credo sia un imperativo sociale per una democrazia funzionante”:
dichiara Elon Mask nella sua offerta per il 100%, aggiungendo che
l “Tuttavia, da quando ho fatto il mio investimento, ora mi rendo conto che l’azienda non prospererà né servirà questo imperativo sociale nella sua forma attuale. Twitter deve essere trasformata in azienda privata”
Elon Musk si dichiara convinto che Twitter abbia “un potenziale straordinario”, che solo lui potrà sbloccare trasformando Twitter in una società privata, naturalmente sotto il suo controllo e ritirandola dal listino di Borsa
Qualora l’offerta non fosse accolta Musk dichiara di vedersi costretto a riconsiderare la sua posizione di socio.
La risposta della società gli sarà presto comunicata “nell’interesse degli altri azionisti”.
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